Metro, recensione di Biagio Giordano

Metro (in russo: Метро) è un film russo catastrofico-thriller-commedia drammatica, del 2013 diretto da Anton Megerdichev.
Trama. Un tunnel della metropolitana di Mosca, costruito nel 1935, sta cominciando a cedere, a causa di corsi d’acqua da tempo deviati per consentire la costruzione di palazzi in quartieri già densi di opere edili.
In una galleria, al di sotto del fiume Moscova, Sergeitch, uno dei responsabili della manutenzione, vede una perdita dall’alto molto preoccupante e informa subito la centrale operativa del capostazione. Questi rimane scettico sulla necessità immediata di intervenire e snobba la chiamata.
Nel frattempo la bella Irina Garina, sposata con una figlia piccola, vive una storia d’amore col suo amante che la sta per portare a nuove scelte di vita. L’amante è l’uomo d’affari Vlad Konstantinov impegnato nel settore edile. Il marito è il chirurgo Andrei Garin. Garin è molto stimato nel suo ambiente ospedaliero. L’amante cerca di convincere Irina a lasciare il marito Andrei.
Irina ha passato la notte con Konstantinov e non è ritornata a casa. Andrei deve quindi portare la figlia Ksenya a scuola, e lo fa prendono la metropolitana al “Garden”.
Il manutentore Sergeitch, mentre beve alcolici, con una donna appena conosciuta, presso il “Garden”, nel discorrere parla della fuoriuscita nel tunnel dell’acqua dicendo che non ha caratteristiche da acqua sotterranea che in genere sono pulite ma di superfice, essendo densa e sporca, il che rende la scoperta gravida di pericolose attese perché può fuoriuscire dalla semisuperfice.
Intanto Sergeitch viene arrestato perché beveva alcool in luogo pubblico e a nulla serviranno le sue richieste di essere rilasciato per intervenire sul grave pericolo pubblico che incombe nella metropolitana di Mosca.
Intanto, nel tunnel, l’acqua si apre una grossa via di uscita dal soffitto. Il conducente del treno si vede arrivare addosso una enorme massa d’acqua e attiva il freno di emergenza.
Il treno deraglia e si schianta contro l’acqua, l’impatto è devastante, i passeggeri vengono sballottati più volte tra le pareti interne dei vagoni: morendo e ferendosi.
Riuscirà Garin a salvarsi insieme alla sua piccola Ksenya? E il suo matrimonio come andrà a finire?
Splendido film catastrofico, girato benissimo tra folle di masse vere e ricostruzioni dell’ambiente eccezionali spesso al naturale, che riesce ad assemblare diversi generi (thriller psicologico-commedia drammatica – iperrealismo)
cosa che rende la storia più gustabile.
Il film ambientato nella Mosca dei nostri giorni offre anche uno spaccato molto interessante dei ritmi di vita, del costume, dei cambiamenti sociologici, delle novità nella urbanistica post moderna, delle filosofie di vita e di pensiero delle nascenti piccole e medie borghesie sempre più estese, nella fascinosa capitale russa.
Biagio Giordano

Metro, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2018-07-29T10:37:33+02:00da biagiord
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