La grande scommessa, recensione di Biagio Giordano

La grande scommessa, di Adam Mckay, con Brad Pitt, Christian Bale, Ryan Gosling, Usa, anno 2015, genere drammatico, durata 130 minuti.

Geniale amministratore di un fondo finanziario, scopre attraverso metodiche e pazienti osservazioni in rete dei grafici finanziari, attività speculative delle banche destinate a portare benefici servili a gruppi finanziari internazionali superpotenti a discapito del sistema bancario stesso. Egli, prevedendo nell’immediato futuro un crollo della borsa, sposta gli investimenti, con il gioco speculativo della compra vendita dei titoli, là dove tutti gli operatori di buon senso non avrebbero mai osato scommettere: al di là del lavoro reale, dell’industria, degli immobili, legati alla gigantesca bolla finanziaria in arrivo.
Dopo pochi mesi il successo sarà pieno: la gigantesca bolla americana prevista, invaderà il mondo occidentale, come uno tsunami, portando morte,depressione, e distruzione di molte industrie che si reggevano sul credito e una domanda tipo ritenuta costante e che invece crollerà.
Thriller finanziario di grande successo, con una suspense originale perché costruita nel computer stesso collegato in rete a seguire i disastri grafici preannunciati. Sarcasmo e verità tragica ossessiva tengono in equilibrio il film in quanto consentono per libera associazione di sdoganare nella mente dello spettatore il ritorno dell’etica marxista, antidoto psicologico, morale e scientifico, contro i veleni presenti nella finanza capitalistica.
Biagio Giordano

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La grande scommessa, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-06-15T11:01:43+02:00da biagiord
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