Samba, recensione di Biagio Giordano

Samba, di Eric Toledano e Plivier Nakake, con Omar Sy, T.Rahim, Francia, 2014, commedia, durata 95 minuti
Francia. Contrastata passione tra il precario senegalese Samba e Alice, dirigente d’azienda esperta in questioni legali legate all’immigrazione. Alice vive una crisi di identità, un disturbo sorto nell’ambiente di lavoro, via via aggravatosi a causa di problemi relazionali con gli immigrati.
Samba è alla ricerca di una identità nuova che solo le autorità più burocratiche potrebbero favorire, mettendolo ad esempio in condizione di percorrere un iter formativo legale finalizzato a una integrazione nel tessuto culturale e produttivo francese.
Samba è costretto a muoversi, paradossalmente, attraverso diverse false identità, di volta in volta costruite fantasiosamente per poter sopravvivere negli ambienti ostili che di volta in volta incontra.
Solo con le donne Samba si sente a suo agio, perché viene ascoltato fino in fondo, e percepisce la presenza in loro di un desiderio di aiuto: una sorta di empatia che lo aiuta a vivere e a tornare a credere nell’amore.
. Dopo “Quasi amici” il duo Toledano-Nakache esce con un film dal sapore neorealista, capace di calarsi con leggerezza ed ironia in un mondo disumano, egoista e razzista, come è quello legato alle questioni di immigrazione nel sud dell’Europa, un mondo dove la felicità la si può solo incontrare per caso, e comunque sempre precaria, spesso sfuggente e tesa, sul terreno dell’amore, quello corrisposto tra un uomo di colore e una gentile donna bianca del posto.
Biagio Giordano

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Samba, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-10-19T12:42:12+02:00da biagiord
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