L’attentato, recensione di Biagio Giordano

L’attentato, di Yves Boisset, con Jean-Luois Trintignant, Michel Piccoli, Gian Maria Volonte, Jean Seberg, Philippe Noiret, Michel Bouquey, anno 1972, produzione Italia – Francia, durata 113 minuti.
Il film. Sadiel (Gian Mari Volontè), ex capo politico dell’opposizione in Marocco, si è rifugiato in Svizzera. L’uomo è un idealista di forte temperamento politico, proveniente da famiglie povere, cosa quest’ultima che gli ha procurato spesso dolore nelle sue legittime ambizioni ma anche un orgoglio smisurato dovuto alla vasta cultura acquisita proprio attraverso i sacrifici tipici di un povero, una cultura insolita nei cittadini appartenenti alle classi più povere del suo paese. Egli usava spesso la cultura che possedeva come arma, puntata contro i ricchi prepotenti che incontra.
Sadiel, seppur esiliato rimane di fatto il leader ideologico dell’opposizione in Marocco, egli rappresenta ancora un forte pericolo per Kassar ministro degli interni di quel paese africano, tanto da disporre di essere sempre bene informato sui sugli spostamenti e attività politiche in Svizzera di Sadiel.
Secondo il film, Kassar, innamoratosi del potere, a un certo punto decide di sbarazzarsi di Sadiel, e cerca di coinvolgere nel suo sanguinoso progetto Francia e Stati Uniti. L’obiettivo è far rientrare segretamente Sadiel in Patria, sorvegliato, e poi eliminarlo insabbiando tutto come scomparsa vile di Sadiel in qualche parte remota del mondo.
Col l’aiuto del giornalista corrotto Darien (Jean-Luois Trintignant) i servizi segreti francesi e americani riescono a convincere Sadiel a venire a Parigi sfruttando il suo desiderio di ritornare in Patria. Ma è una trappola. Nella metropoli viene sequestrato in pieno centro e portato in un caseggiato per essere interrogato e intimidito.
Il giornalista Darien quando capisce che c’è un progetto per uccidere Sadiel cerca di salvarlo, ma ormai è troppo tardi e verrà assassinato perché sa troppe cose sull’affaire. Sadiel riportato di forza in Marocco verrà in seguito assassinato dal ministro degli interni.
Nella realtà storica la verità verrà fuori suscitando grande indignazione in tutto il mondo civile occidentale.
Scritto da Ben Barzman, Basilio Franchina e Jorge Semprun, questo film assai ostacolato, per ovvi motivi, dalle autorità francesi più conservatrici, si ispira all’affaire Ben Barka, politico marocchino esiliato e poi secondo la cronaca fatto rientrare in Patria dai servizi segreti di diverse nazioni per essere ucciso. Il fatto è accaduto nel 1965, ed è considerato da quella parte del mondo democratico, caratterizzata da una maggior sensibilità umanistica, una delle pagine più buie della storia della Francia gaullista.
Thriller politico lento ma efficace, con un linguaggio impregnato di concetti ideologici, tipico dell’era presa in considerazione (anni ’70). Con un cast eccezionale.
Nel 2005 uscì in Francia un altro film sul caso, J’ai vu tuer Ben Barka di Serge le Peron.
Biagio Giordano

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L’attentato, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-05-04T08:57:15+02:00da biagiord
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