Colpevole di omicidio, recensione di Biagio Giordano

Colpevole di omicidio, di Michael Caton-Jones, con Robert de Niro, F. mcDormand, Usa, 2002, poliziesco,100 minuti.
New York. Poliziotto (Robert de Niro), dalle apparenze dure, che in realtà nasconde diversi traumi e delusioni a causa di un padre rapinatore infanticida, e un divorzio avvenuto con pesanti strascichi filiali, è chiamato ad assumersi straordinarie responsabilità quando suo figlio, che non vede da 15 anni, tossicodipendente, uccide per legittima difesa un boss spacciatore di droga e si rende irreperibile. Tocca a lui cercarlo e consegnarlo alla giustizia, ma nel frattempo i criminali dello spaccio cercano per vendetta di uccidere sia lui che suo figlio coinvolgendo anche la convivente del ragazzo e il suo piccolo bambino.
Film sulle povertà e miserie sociali dei perdenti, in una metropoli cinica, comodamente moralista, ricca quanto basta per proporsi ai perdenti, (quelli che riescono in qualche modo ad alzare un po’ la testa), come modello da raggiungere o da continuare a sognare dando magari in eredità il sogno ai giovani figli.
Il cerchio tra disagio sociale, nevrosi conseguenti, insicurezze economiche patite, follie borderlin, si chiude alla fine del film senza dare risposte, il sistema socio-economico è accettato dai protagonisti del film come immodificabile, la colpa di tutto ricade allora sui già sconfitti in partenza, in pieno libero arbitrio: chi uccide ha scelto il male a prescindere dall’appartenenza a una classe sociale o a un’altra, lontano da ogni condizionamento ambientale o costituzionale. L’aberrante sistema capitalistico, confortevole per pochi, è salvo, concepito per lo più come risultato logico di una natura umana incapace di amare il prossimo.
Biagio Giordano

f927ae94a42f48babb7c8fbf693b17461509449276[1]

Colpevole di omicidio, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-05-06T17:35:54+02:00da biagiord
Reposta per primo quest’articolo