Isla minima, recensione di Biagio Giordano

Isla minima (Isola piccola), di Alberto Rodriguez, con Javier Gutierrez, R. Arevalo, M. Varod, produzione Spagna 2014, durata 105 minuti, genere thriller.
1980, dopo la dittatura del generale Franco la Spagna vive un periodo di transizione verso la democrazia, molto contrastato. La Spagna deve costruire un nuovo sistema politico a base elettorale – costituzionale che prevede strutturalmente una divisione dei poteri.
Le forze reazionarie di ideologia franchista sono ancora forti nel paese e si teme una loro violenta reazione antidemocratica, i violenti contrasti politici appena ereditati dalla caduta della dittatura sono ancora assai estesi e si percepiscono anche tra la gente comune: in molti paesi infatti in nome di un fede politica pro o contro Franco si è di ostacolo o a favore del lavoro dei poliziotti e dei magistrati.
Il film. Poliziotto anziano, franchista, e giovane poliziotto democratico, partono da Madrid per indagare sulla scomparsa di due giovanissime sorelle in una zona depressa e paludosa del Guadalquivir. Durante le loro indagini avvengono altri delitti simili, sempre con un sfondo sessuale estremamente violento che finisce nell’omicidio.
Trattasi di un serial killer, che si aggira da tempo in quella zona poco abitata, e sembra godere di inaudite complicità. Lo Stato, fino a quel momento assente, sembra, con l’arrivo dei due poliziotti, dare segni di risveglio. Ma gli ostacoli sono tanti.
Abituati alla violenza istituzionale, che ha finito per assuefarli al regime, diversi abitanti di quella zona non vogliono collaborare con la nuova giustizia.
Sarà il poliziotto anziano, di fede franchista, a sbloccare la situazione usando le maniere forti verso alcuni testimoni chiave. Il poliziotto giovane farà il resto usando modi di fare che rispecchiando in qualche maniera il nuovo umanesimo apertosi con la democrazia assocerà con procedure rispettose del prossimo e con la collaborazione di altri tipi di cittadini, altri vari tasselli indiziari.
Il serial killer risulterà essere un uomo potente, ben inserito nell’ambiente, insospettabile, e una volta scoperto dai due poliziotti per nulla rassegnato a consegnarsi alla giustizia.
Finale ad alta tensione, ricco di suspense e drammaticità, che vede uno scontro disperato sotto la pioggia tra il serial killer armato di fucile che tiene sotto tiro a distanza i due poliziotti (armati di sole pistole e coltelli), fino a colpirli ed essere prossimo a farla franca …
Film thriller di grande spessore qualitativo, originale e di forte carica verista. I luoghi degradati e miseri, le atmosfere politiche e ideologiche del tempo ricostruite fedelmente, attraverso una regia preoccupata di unire logicamente questi aspetti in un filo narrativo unico altamente drammatico, trasmettono allo spettatore una visione storica trasversale della Spagna che evoca spavento e angoscia.
Biagio Giordano

53005[1]

Isla minima, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-06-03T18:04:41+02:00da biagiord
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