La magnifica preda, recensione di Biagio Giordano

La magnifica preda, di Otto Preminger, con Robert Mitchum, Marilyn Monroe, produzione Usa, anno 1954, genere western, durata 91 minuti.
California, all’epoca della corsa all’oro.
Fascinosa cantante di saloon (Marilyn Monroe) vive una ambigua complicità con un vedovo agricoltore con figlio di dieci anni, per sfidare l’amante che l’ha messa in pericolo tra gli indiani.
Dopo varie vicende i tre si avventurano con una zattera su un fiume a rischio.
Film ricco di emozioni legate alle atmosfere da sopravvivenza e ai sogni dell’epoca. Privo di stereotipi, cioè artistico, non industriale, ben diretto e inventato.
Esordio molto originale nel west di Otto Preminger che dà risalto con bravura collaudata ai profili psicologici dei personaggi, compreso quello femminile; quest’ultimo appare ricco e riuscito, credibile, e, coraggiosamente, nei suoi vari aspetti messo sempre al centro delle scene (anche se si verrà a sapere che quel tipo di personaggio non era gradito alla Monroe).
Fotografia del film: cura e interpretazione visiva del paesaggio al top, con uno cinemascope in buona salute, al suo secondo anno di vita, capace di esaltare le panoramiche grazie a una larghezza e profondità di campo straordinarie.
Biagio Giordano

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La magnifica preda, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-06-03T18:08:01+02:00da biagiord
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