Il mostro, recensione di Biagio Giordano

Il mostro, di Roberto Benigni, con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, produzione Italia, anno 1994, genere comico, durata 115 minuti.
Ispirato, in forma parodistica, al mostro di Firenze, a un serial killer fantasma divenuto tristemente famoso che ha terrorizzato le coppiette dal ’68 al ’85 in Toscana, il film fa comicità giocando sui sospetti assurdi, fantasmagorici, semideliranti, di chiara provenienza popolare, dei cittadini di un quartiere periferico romano, tesi a colpire il diverso al solo scopo di sfogare un proprio malcontento di origine altra: sociale e inconscia.
Il popolino, in assenza di immigrati extracomunitari, prendeva di mira all’epoca, nelle periferie, tutte le persone ritenute strane e indifese, anche quindi quelle gentili e solitarie, ritenute proprio per tali caratteristiche dei deboli, persone di solito meditative desiderose solo di vivere in pace con se stessi e gli altri.
Il film. Scambiato per un serial killer di donne, a un garbato ometto dei sobborghi romani viene messa alle calcagna una seducente poliziotta che, dopo una serie di equivoci e vane esche attira prove, capirà che il vero colpevole è un altro.
Quinta regia di Benigni, per una farsa per niente stupida, in quanto essa poggia solidamente, traendone risorse spettacolari e di vero, su un sub strato psicologico e di costume di chiara italianità che, in quanto autentico, ne potenzia l’aspetto attrattivo più satirico.
Biagio Giordano


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Il mostro, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-06-15T10:58:32+02:00da biagiord
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