Escobar, recensione di Biagio Giordano

Escobar (Escobar: Paradise Lost) è un film thriller del 2014 scritto e diretto da Andrea Di Stefano, con Josh Hutcherson e Benicio del Toro, nei panni del boss Pablo Escobar.

Due fratelli provenienti dal Canada, Nick e Dylan, si ritrovano in Colombia e decidono di stabilirsi in un paese vicino al mare per mettere su una scuola di surf.
Un giorno Nick fa conoscenza di Maria, la nipote di Pablo Escobar, la donna dapprima diffidente verso uno straniero come Nick poi se ne innamora, la reciproca forte attrazione farà si che la donna finirà per presentare il ragazzo ai suoi familiari.

Il ragazzo piace, viene accolto con entusiasmo, anche perché Maria è molto amata nel suo ambiente e le sue scelte sentimentali vengono sempre rispettate. Su insistenza della sua fidanzata, Nick finisce per lavorare per “El Patrón” (soprannome con cui viene spesso chiamato Escobar), l’Hacienda, commettendo però un gravissimo errore che gli complicherà non poco la vita. Per quel posto Nick lascerà la scuola di surf e trascurerà il fratello Dylan, che non gradiva frequentare la famiglia di Escobar, perché lui si aveva intuito che quella azienda si reggeva sul male affare.

Commento. Si può essere cristiani praticanti, amare la famiglia, fare del gran bene al prossimo non solo del proprio paese, avere un comportamento morale che appare ineccepibile, e compiere nello stesso tempo assassinii efferati, torture, vendette, mostruosità di ogni genere a difesa dei propri interessi: per lo più legati al mercato della droga? Secondo il film pare di sì, sopratutto quando si ritiene il proprio lavoro di smercio droga nel mondo un lavoro naturale, frutto di sacrifici di famiglie attive nel settore da diverse generazioni.
La logica di un potere così tanto forte quanto ristretto, rappresentativo di una sola famiglia, finisce si per scontrarsi con lo Stato, che è indubbiamente più potente ma purtroppo gli organi governativi non saranno mai del tutto vincenti, perché lasciano inevitabilmente come resto delle loro lotte uno strascico interminabile di sangue, quest’ultimo legato a infinite catene di orribili assassinii lontani dallo stroncare il nefasto mercato.

Thriller mozzafiato, mai una pausa, sempre ben ancorato alla realtà. I contrasti, tra le apparenze del bene e il dominio del male, sono sempre di inaudita carica suggestiva. Film sconvolgente.
Grandissima interpretazione di Benicio del Toro che non incarna il suo personaggio ma addirittura lo clona, in modo quindi perfetto, come solo lui sa fare…

Il regista Andrea Di Stefano sa come tener desta l’attenzione dello spettatore. Sentiremo spesso parlare di lui, perché è indubbiamente un’artista di grande talento.

Biagio Giordano

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Escobar, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-07-06T10:14:43+02:00da biagiord
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