Il socio, recensione di Biagio Giordano

Il socio (The Firm) è un film del 1993 diretto da Sydney Pollack, tratto dal best seller omonimo dello scrittore statunitense John Grisham, produzione Usa, durata 148 minuti, genere thriller, con Tom Cruise, Gene Hackman.
Il giovane studente in legge Mitch McDeere (Tom Cruise), di origini umili, si laurea ad Harvard con il massimo dei voti, e dopo aver superato brillantemente un colloquio psicologico (grazie soprattutto alla sua idea guida che lo porta a cercare stabilità nella vita attraverso la costruzione di una famiglia), presso lo studio legale di Memphis, il lussuoso Bendini, Lambert & Locke, composto da 41 soci, Mitch ne accetta le condizioni di lavoro e ne diventa parte.
Tutto per Mitch sembra soddisfare un immaginario a lungo coltivato, progettato, tenuto desto da un duro lavoro sui libri e grossi sacrifici finanziari della famiglia. Sembra l’inizio di una vita da sogno, per lui e per la moglie Abby: lo studio gli regala infatti una Mercedes, azzera i prestiti fatti in precedenza per frequentare l’università, e dulcis in fondo Mitch ottiene, grazie all’interessamento dello studio, un mutuo a basso interesse per la prima casa, che altro non è che una sontuosa villa. Il tutto senza che Mitch abbia avuto il tempo di dimostrare sul campo la sua reale affidabilità, ossia il suo valore etico, tecnico, psicologico, professionale.
Mitch, in qualità di nuovo associato, lavora inizialmente con un socio più anziano, Avery Tolar (Gene Hackman), che lo porta in giro presso clienti scontenti del fisco per capire meglio come affrontare in pratica le varie questioni legali in gioco che consentono un risparmio nei versamenti. Un giorno viene a sapere che due avvocati dello studio sono stati trovati morti. Purtroppo non sono gli unici; accade con una strana frequenza che avvocati dello studio vengano trovati uccisi.
Quando un giorno in un ristorante due individui dai modi provocatori, forse poliziotti in borghese, si avvicinano al suo tavolo accennando a quei morti come frutto marcio di alcune attività criminogene presenti nello studio, Mitch comincia a sospettare di essere caduto in una trappola e indaga sui possibili altri scopi dello studio.
Film thriller di ottima fattura professionale, ricco di idee idonee allo spettacolo messe in pratica con un linguaggio visivo straordinariamente multiforme che dona alle composizioni fotografiche aspetti multi prospettici in grado di potenziare il senso di realtà di tutto ciò che potrebbe sembrare, ad una prima cattiva vista, eccessivamente fantasioso.
Biagio Giordano

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Il socio, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-07-06T10:32:26+02:00da biagiord
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