Cake, recensione di Biagio Giordano

Cake, di Daniel Barnz, con Jennifer Aniston, Adriana Barraza, produzione Usa, anno 2014, genere drammatico, durata 102 minuti.
Claire viene da esperienze matrimoniali complicate, il marito e il figlio vivono per conto proprio, e lei abita praticamente insieme alla colf, che tra l’altro si è sinceramente affezionata a lei pur sentendosi non del tutto accettata, un giorno un episodio drammatico la sconvolge: una coetanea del suo gruppo di sostegno psicoterapeutico si suicida. Per Claire sarà un vero e proprio lutto, che la donna però rifiuta di elaborare, preferendo viverne tutta la fenomenologia psichica coinvolgente l’inconscio che ne deriva.
Claire instaura un dialogo immaginario con la defunta, fantasticando sulle possibili delusioni da lei patite, osservate lungo uno scenario psichico creativo proveniente dal proprio inconscio e animato da desideri e problematiche riguardanti la stessa vita di Claire.
Claire osserva la propria vita attraverso il fantasma operativo della defunta che è del tutto immaginato, giungendo ad accettare la propria vita complicata, e riconoscendo il fallimento finale della psicoterapia che, pur aveva messo in moto forze nuove di importante rivitalizzazione dell’esistenza, non ha poi saputo indicare una nuova via di senso per il futuro.
Claire riallaccerà i rapporti con il marito e il figlio accettando di vivere i contrasti vecchi e nuovi che li caratterizzano. Non si farà illusioni sull’esito della propria nevrosi ben sapendo che la realtà è talmente complicata da creare illusioni e delusioni, aspetti che l’inconscio sapientemente rimanda a sintomatizzazioni che alleviano ogni dolore fino alle soglie del fine vitae.
Intelligente dramma psicologico che la commedia stempera verso l’alto con una buona dose anche di ironia e un umorismo contenuto. J. Aniston molto convincente nel suo ruolo di Claire.
Biagio Giordano

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Cake, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-09-05T09:51:31+02:00da biagiord
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