La caduta – gli ultimi giorni di Hitler, recensione di Biagio Giordano

La caduta – gli ultimi giorni di Hitler, di Oliver Hirschblegel con Bruno Ganz, A. Maria Lara, anno 2004, durata 150 minuti, produzione Germania.
Il film. Gli ultimi giorni di Hitler raccontati in una forma di cronaca apparentemente semplice, in realtà resa complessa dalle atmosfere fredde incapaci di frenare la drammaticità dei contenuti più emozionali contenuti nel mondo più intimo e affettivo di Hitler.
Un film del tutto privo di orpelli, attento a scegliere solo i punti più salienti della storia finale di Hitler quelli legati ai riflessi psicologici che via via andava procurando la disfatta.
Particolarmente suggestiva la ricostruzione fotografica dell’ambiente, apprezzabile per come rilasci un senso di realismo dai toni sfumati sempre ben pertinenti al contesto. Un film dalla forza scenica sorprendente, che scaturisce per lo più dagli ultimi gesti e pensieri di Hitler prima del suicidio rappresentati in modo essenziale, e proprio per questo altamente comunicativo.
I furiosi comportamenti paranoici del Fuhrer durante l’inoltrarsi della disfatta militare, da lui negata fin quasi alle battute finali nella convinzione di aver dato gli input giusti ai generali per evitarla (e da questi mal interpretati), bucano lo schermo ed entrano in sala facendola risuonare dei suoi noti deliri.
Biagio Giordano

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La caduta – gli ultimi giorni di Hitler, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-09-12T14:37:39+02:00da biagiord
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