Roma ore 11, recensione di Biagio Giordano

Roma ore 11, di Giuseppe de Santis, con Carla del Poggio, Lucia Bosè, produzione Italia, anno 1952, genere drammatico, durata 105 minuti.
Un fatto vero. Roma ore 11. Un annuncio economico offre un importante lavoro di dattilografia. Si precipitano al colloquio decine e decine di donne. Tra queste sono presenti: una prostituta, una servetta, una giovane incinta, la moglie di un disoccupato.
Tutte si affollano su una vecchia scala che porta all’ingresso dell’ufficio situato nei piani alti, il mancato rispetto da parte di una donna della sua posizione nella fila di attesa, farà surriscaldare gli animi delle restanti donne, che, indignate, cercheranno di raggiungere per prime l’ufficio alto ed entrare con la forza nell’ufficio, le furiose spinte faranno precipitare nel vuoto una ringhiera difettosa della scalinata, le conseguenze saranno disastrose, per via di un effetto domino che sbriciolerà tutta la scala del palazzo. Molte saranno le donne ferite, e tra queste, dopo atroci sofferenze, una addirittura morirà.
Da un fatto vero, il miglior film di Giuseppe De Santis, coralità eccellente con tipi scelti dalla strada che trasmettono preziose spontaneità: verbali e comportamentali. Pochi gli attori professionisti impegnati per lo più in personaggi che non si distinguono dagli altri.
Numerose le scene di autentico realismo, capaci di fare a meno degli studi, e della trama nonché degli intrecci, perché tutto è già scritto nella realtà di strada che si riprende. Opera centrale dell’ultimo neorealismo che rispetta il principio etico, caro al genere, di Rossellini, cioè: impegno morale nelle riprese inteso come trasmissione della realtà così com’è, depurata da ogni soggettività dell’autore.
Biagio Giordano

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Roma ore 11, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-09-28T09:57:06+02:00da biagiord
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