Spotlight, recensione di Biagio Giordano

Spotlight
Il più importante film sulle vicende della pedofilia legata al sistema ecclesiastico statunitense…
Titolo Originale: SPOTLIGHT
Regia: Tom McCarthy
Interpreti: Michael Keaton, Rachel McAdams,Mark Ruffalo, Stanley Tucci, Liev Schreiber
Durata: h 2.07
Nazionalità: USA 2015
Genere: thriller
Al cinema nel Febbraio 2016

Premesse. Il periodo storico in cui avvengono i fatti, realmente accaduti, presenti nel film, va dal 1975-2001, e riguardano soprattutto la città di Boston.
Uno dei dati statistici più clamorosi di cui viene a conoscenza lo spettatore procurandogli stupore e sgomento, riguarda una scoperta clinica. A Boston nel 2001, c’erano 1.500 preti, di questi, 87 risultavano affetti da patologie sessuali che comprendevano anche forme di pedofilia (6% circa).
Trama. Per un giornale di Boston, (il Bostonglobe), con una redazione chiusa che vuole dare molto spazio soprattutto alle questioni locali separandole però da un contesto più generale, nell’estate del 2001 arriva da Miami un nuovo direttore, di nome Marty Baron, un uomo dotato, innovativo, moralmente tutto di un pezzo, con pensieri nuovi, che sa come motivare e condurre efficacemente la redazione di un giornale libero.
Il nuovo direttore vuole rompere con una tradizione redazionale incapace di mettere in relazione fatti locali con un contesto più nazionale e internazionale da cui, si intuisce, esse traggono alimento e logica.
Una volta insediatosi il nuovo direttore prende una prima decisione importante, portare il giornale a operare in prima linea su problematiche di forte impatto scandalistico, come ad esempio quelle riguardanti la pedofilia.

Si vuole provocare uno scandalo sperando come effetto la riapertura di processi giudiziari a favore delle vittime. Per far ciò il direttore conta di utilizzare un team di abili giornalisti investigatori, facenti parte di una sezione stessa del giornale denominata ‘Spotlight’, che in precedenza svolgeva un’attività di inchiesta considerata col passare del tempo un po’ troppo accomodante.
Rovistando negli archivi del giornale dal 1975 al 2001 e leggendo alcuni titoli cubitali di vecchi giornali, l’equipe investigativa scopre che tempo addietro avevano trattato argomenti scottanti riguardanti proprio alcuni casi di pedofilia legati all’ambiente cattolico della città.
Pur avendo in mano elementi importanti, il giornale allora non aveva avuto la forza di pubblicare tutto ciò che era venuto a sapere.
Il Bostonglobe aveva acquisito, attraverso interviste ai genitori delle vittime e colloqui con i molestati stessi divenuti adulti, informazioni sensibili di grande importanza. Se pubblicate, esse avrebbero aperto o riaperto numerosi processi contro i pedofili. Il fatto più significativo che emergeva dalle notizie in archivio, era che il giornale era venuto a conoscenza di reati di insabbiamento commessi da autorità ecclesiastiche, le quali avevano fatto di tutto (anche corrompendo) per evitare che i genitori delle vittime presentassero denuncia, (contando anche sulla soggezione che il prete suscitava).
Le autorità cattoliche avevano infatti proposto alle famiglie colpite, che occorre dirlo erano per lo più di condizione sociale povera se non misera e forse in parte anche affetti da psico-labilità in quanto intimidite dal trauma patito, il patteggiamento in denaro (circa 20.000 dollari) del silenzio e la garanzia dell’allontanamento verso un’altra città del prete responsabile degli abusi, quest’ultimo aspetto doveva garantire che non si ripetesse nella stessa scuola o luogo di culto molestie analoghe, in realtà la frequenza elevata con cui avvenivano i reati sessuali a Boston fa credere che le molestie sessuali si siano ripetute anche in luoghi in cui erano già avvenute.
La redazione di allora, prevedendo in caso di pubblicazione una pesante reazione del potere ecclesiastico contro la redazione del giornale, preferì tacere.
Il team investigativo della sezione “Spotleight”del “Boston-global”, col nuovo direttore ampliò le interviste alle famiglie colpite, e alle vittime stesse; fece ricerche su documenti secretati legati alle vicende di quel lungo periodo esistenti negli ar-chivi delle varie istituzioni giudiziarie, invase violentemente la vita privata di preti pedofili che a suo tempo erano stati sottoposti a inchiesta per abusi, preti rimasti ancora in vita, carpendo loro grazie al senso di colpa che li rattristava preziose confessioni verbali, lesse accuratamente gli articoli di altri giornali aventi come oggetto i vari casi di molestia per pedofilia a suo tempo avvenuti, riuscendo con tutto ciò a mettere insieme una relazione contestuale con più nomi di responsabili dei crimini.
La strategia del nuovo direttore del giornale fu vincente, essa era basata su una elevata intelligenza redazionale ma anche sulla pazienza e la tenacia. Il giornale riuscì a costruire una credibile accusa contro le autorità ecclesiastiche dimostrando dettagliatamente come si era andato configurando il sistema di protezione dei pedofili.
Il dettaglio più importante mostrato dal film che fa capire l’intelligenza operativa del direttore del giornale, sta nel fatto che egli aveva rinunciato a pubblicare informazioni certe ma difficilmente interpretabili consegnateli quasi giornalmente dal team, anche se a volte esse avrebbero potuto avere un consistente peso scandalistico basato su prove. Rinunciò perché quelle informazioni si riferivano a casi di reati di singoli pedofili non ancora in chiara relazione con le responsabilità dell’intera struttura ecclesiastica. Se pubblicate le autorità cattoliche avrebbero potuto quindi facilmente slegare le proprie responsabilità dal singolo caso mantenendo intatta la propria credibilità etica e spirituale come sistema ecclesiastico.
Al direttore del giornale interessava perciò raccogliere certificazioni di accusa ad ampio raggio che dimostrassero come la copertura delle numerose molestie sessuali avvenute sui minori fosse dovuta a un raffinato e ingegnoso sistema vescovile di persuasione psicologica, materialistica, spiritualistica delle vittime e delle loro famiglie.
Quando la pazienza e la tenacia del team consentì di raccogliere finalmente la prova regina riguardo all’esistenza di un sistema corruttivo generale, il giornale uscì con un’accusa esplosiva che mise a nudo le grandi responsabilità avute dalle autorità ecclesiastiche di Boston nel coprire e favorire la pedofilia in città, e fu il trionfo della verità per mezzo stampa.
La notizia fu devastante per la Chiesa di Boston, essa portò alla dissoluzione etica e spirituale della sua credibilità, annientò ogni sua capacità reattiva sia di difesa che di offesa annichilendo autorità anche superiori, tolse ogni inibizione alle vittime, soprattutto a quelle che si erano tenute nascoste per tanto tempo, portandole a testimoniare e a denunciare.
Alla fine si poterono formulare e certificare innumerevoli capi di accusa contro i pedofili e i loro protettori più abituali, consentendo finalmente l’apertura di diversi processi.

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Spotlight, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-10-26T10:43:36+02:00da biagiord
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