Bullet Head, recensione di Biagio Giordano

Bullet Head (Testa proiettile), di Paul Solet con Adrien Brody, Antonio Banderas, J. Malkovich, Usa, 2017, Thriller, 93 minuti
Un gruppo di criminali, atipico, formato da tre ladri (dai comportamenti spesso umani, e da un sentire molto solidaristico tra loro), a seguito di un colpo non riuscito, rimane imprigionato in un deposito di autobus fuori uso: un locale del tutto abbandonato.
I tre scopriranno amaramente che la struttura viene usata per combattimenti di cani, e ce né uno libero: un Presa Canario trovatello, di nome De Niro, divenuto con un severo addestramento campione di vincite.
L’animale si sente padrone di quegli spazi vuoti e labirintici, che nascondono anche un cimitero di fortuna per cani da lui stesso uccisi, e non accetta quindi estranei nel suo territorio, più volte opportunamente segnato. Istintivamente non farà perciò che rincorrere continuamente i tre ladri per ucciderli.
In uno dei suoi inseguimenti verrà travolto da delle suppellettili pericolanti rischiando la morte, verrà liberato dall’unico ladro rimasto in vita. Malconcio e zoppicante il cane lascerà poi in pace il ladro che lo ha salvato, e si leccherà le proprie ferite per riprendersi al più presto dai guai patiti.
Nel finale, il suo padrone verrà a fargli visita e scoprirà nel deposito la presenza del ladro. Costernato, lo rincorrerà per crivellarlo di colpi d’arma da fuoco, ma nel momento in cui starà per dargli il colpo di grazia sentirà ringhiare minaccioso al suo fianco il pittbull che lo assalirà uccidendolo.
Il cane si era ricordato di quando il ladro gli aveva salvato la vita, e per la prima volta quindi, lasciando di stucco il suo padrone, si comporterà diversamente, invalidando la stolta teoria degli uomini che frequentavano quel luogo di combattimento per cani, che dipingevano i cani da combattimento come stupidi ripetitori, sine die, di qualsiasi comando ricevuto dal proprio addestratore.
Un ottimo film thriller, a tensioni sempre in crescendo capaci di nascondere efficacemente il finale. Regista molto dotato, fotografia di alta scuola, interpretazioni magistrali, quella del cane su tutte…
Biagio Giordano

Bullet Head, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2020-03-28T15:32:27+01:00da biagiord
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