Eyes wide shut (Chiudere gli occhi per vedere meglio), recensione di Biagio Giordano

Eyes wide shut (Chiudere gli occhi per vedere meglio) di Stanley Kubrick, con Tom Cruise, Nicole Kidman, GB, 1999, genere Drammatico, durata 159 minuti.

Manhattan fine secolo. Una ricca e giovane coppia newyorchese, lui medico, lei gallerista, con una figlia piccola, dopo una raffinata e sfavillante festa mondana dove entrambi hanno ricevuto seducenti avance erotiche, al ritorno a casa entrano in uno stato di riflessione le cui conseguenze porteranno per qualche giorno a una sospensione delle loro più abituali attività matrimoniali.
Lei confessa desideri verso terzi altolocati avuti nel passato, e recenti fantasie erotiche trasgressive, di ogni genere, trasposte potentemente nei suoi sogni in una modalità desiderante perversa, lui rimane dapprima stupito, poi annichilito, in quanto pensava che la propria fedeltà alla moglie fosse un valore che contribuiva a tenerli uniti senza rilasciare insoddisfazioni.
La disillusione porterà il medico a compiere gesti irrazionali, nell’illusorio tentativo di calmare il disagio acuto che lo pervade con immediate azioni compensatorie. Vivrà quindi una nottata molto insolita, assai rischiosa per la sua vita stessa.
Il suo rapporto erotico con una prostituta (che in seguito risulterà essere sieropositiva) non avrà inizio grazie a una telefonata, in arrivo sul suo cellulare prima dei preliminari, da parte della moglie che, preoccupata del ritardo del marito, chiedeva affettuosamente sue notizie. La telefonata lo distoglierà dall’atto, e rinuncerà al rapporto.
In seguito l’incontro confidenziale con un amico pianista, (ex compagno universitario), avvenuto in un locale notturno, lo porterà nel bel mezzo di un’orgia mascherata della New York bene, dove, dopo un’attenta osservazione da parte della vigilanza del luogo, verrà considerato un intruso. Minacciato di morte, sia lui che la sua famiglia, (nel caso avesse rivelato l’esistenza di rituali orgiastici come quello a cui aveva assistito), il medico ritorna a casa in tarda notte proprio nel mezzo di un sogno molto agitato della moglie che pronuncia frasi confuse e inquietanti. Il turbamento del medico si farà ancora più invasivo.
Dal romanzo di Artur Schnitzler (Doppio sogno, del 1916), Eyes Wide Shut è un film molto emozionante, ma non solo per l’interesse che spesso suscita una classe borghese in crisi di identità (ancora nel pieno delle sue maggiori capacità di esercitare responsabilità sociale), ma per lo sguardo disincantato dell’autore verso l’altro volto di un certo mondo borghese impreparato alla morte, che rifiuta l’idea del suo arrivo già quando essa compare inevitabilmente all’orizzonte. Aspetto questo che porta quel mondo a travolgere, come conseguenza, con i propri vizi passionali, (vere e proprie forze psichiche rimuoventi le immagini della propria morte), i più poveri, i più semplici,i bisognosi, ma sopratutto le donne, infierendo sui loro corpi e sulla loro psiche con ogni genere di violenza, protetti da un sistema di cui sono, in quanto classe dirigente, spesso protagonisti indisturbati.
Capolavoro incompreso di Kubrick, che in punto di morte lascia un messaggio importante, senza mezzi termini, sull’assenza di etica in alcuni settori molto influenti del mondo occidentale più opulento…

Eyes wide shut (Chiudere gli occhi per vedere meglio), recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2020-04-06T16:31:12+02:00da biagiord
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