Muffa, recensione di Biagio Giordano

Muffa
Germ. 2012 GENERE: Dramm. DURATA: 94′ REGIA: Ali Aydin
ATTORI: Ercan Kesal, Muhammet Uzuner, Tansu Biçer

Trama. Una serie di episodi drammatici si svolge all’interno di una nazione, la Turchia, attraversata da odi etnici-razziali di spaventosa portata sociale. E’ un’atmosfera paurosa per milioni di cittadini, che sono privi anche di ogni elementare diritto.
Tra il 1987 e 2001 il conflitto turco-curdo si riaccende in maniera particolarmente brutale con conseguenti forti spargimenti di sangue e numerose sparizioni di persone, (molte delle quali non saranno mai più ritrovate).

Basri, curdo, protagonista del film, è responsabile della perfetta tenuta operativa dei binari delle ferrovie della sua zona, cosa che lo costringe a fare a piedi tutti i giorni molti chilometri da solo. Basri soffre di epilessia, una malattia che cura con dei farmaci e tiene nascosta ai suoi superiori per timore di essere licenziato.
Nel film siamo nel 2012 e sono diciotto anni che il figlio di Basri è scomparso, e lui, ossessionato dal ricordo e indignato, ogni mese scrive al ministero dell’Interno per avere notizie.

Il figlio studiava ad Istanbul, quando a un certo punto non si è saputo più niente di lui. La madre del ragazzo, intuendo il peggio si ammalò e poi morì.
Basri rimasto solo, spera ancora di ritrovare suo figlio vivo. L’unica informazione che riceve da Istanbul, non è incoraggiante, gli viene detto che il ragazzo era noto per attività antigovernative.

Film molto emozionante, essenziale, crudo, facile da seguire, destabilizzante per la forte e devastante pulsione di indignazione che suscita il contrasto tra i diritti dei cittadini nei Paesi più tradizionali dell’Europa e quelli in Turchia, che sono quest’ultimi praticamente in mano solo a chi nelle istituzioni ha poteri di influenza…
Biagio Giordano

Muffa, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2020-06-06T10:05:22+02:00da biagiord
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