Alba tragica, recensione di Biagio Giordano

Alba tragica (Le jour se lève)
Fr. 1939 Genere: Dramm. Durata: 93′
Regia: Marcel Carné
Attori: Jean Gabin, Jules Berry, Arletty, Bernard Blier, Jacqueline Laurent

 

   Francia. L’operaio Francois (uno straordinario Jean Gabin), semi intossicato, addetto alla verniciatura, uccide nella propria abitazione il rivale in amore, un uomo raffinato dedito allo spettacolo e amante della vita mondana.

La vittima lo aveva violentemente provocato interpretando a suo modo, e con una costruzione logica assai raffinata e pungente, lo stato sentimentale ed esistenziale della fidanzata di Francois, una bella donna con la quale anche lui aveva una complessa relazione. La donna ama Francois ma prova un piacere oscuro, irrefrenabile, per il rivale, forse perché quest’ultimo è un uomo di mondo.

François dopo aver sparato al rivale si barrica nella propria stanza, assediato all’esterno dalla polizia, con la folla rumoreggiante nella strada sottostante che desidera immaginarlo subito  come un criminale.

Alba tragica è uno dei maggiori capolavori del realismo poetico francese prebellico che vede protagonista in questo caso il regista Marcel Carnè.

Notevole la sceneggiatura dei dialoghi di J. Prévert, mai banali seppur semplici, sempre sferzanti e diretti come pugni nello stomaco, veri gingilli racchiudenti cose e non parole su parole, cui ha contributo notevolmente anche Jacques Viot.

Film ricco di figure simboliche riuscite legate a logiche che riguardano le tipologie sociali delle persone che più influenzano i rapporti d’amore, aspetti che integrano magistralmente la struttura realistica dell’azione rendendola poetica e, perché no, anche filosofica.

Un contributo al capolavoro d’insieme del film va riconosciuto al linguaggio fotografico, un bianconero di Curt Courant di grande suggestione, e alle scenografie di A. Trauner che attraggono occhio e pensiero coinvolgendo per effetto conseguente anche il cuore.

Recitazione superlativa, non c’è un momento in cui si pensi che ciò che si svolge a livello di rapporti verbali e gestualità faccia parte di una finzione…

Interessante l’uso degli oggetti più familiari in primo piano come parte del fluire significante della narrazione, aspetto che alleggerisce i dialoghi verbali: le sigarette, la rivoltella, la sveglia, fotografie, l’orsacchiotto, cappelli, i fiori, le cartoline fanno parte integrante della composizione conferendole maggior vitalità empatica.

Influenzò non solo il cinema “nero” americano degli anni ’40 ma anche il neorealismo italiano suggerendo idee compositive e linguaggi fotografici e scenografici di nuova e grande portata visiva ed emozionale.

Biagio Giordano

(nuovo commento agosto 2020)

Alba tragica, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2020-09-18T22:35:07+02:00da biagiord
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