Buongiorno notte, recensione di Biagio Giordano

Buongiorno, notte

It. 2003

Genere: Dramm. Durata: 105′

Regia: Marco Bellocchio

Attori: Maya Sansa, Roberto Herlitzka, Luigi Lo Cascio, Paolo Briguglia, Pier Giorgio Bellocchio, Giovanni Calcagno, Giulio Bosetti

 Il film è ambientato in un periodo particolarmente drammatico per il nostro Paese, gli anni ’70, insanguinati dal terrorismo nostrano che vedeva protagoniste ideologie integraliste e fondamentaliste di estrema sinistra e di estrema destra.

Il film però non segue un filo storico preciso né si cimenta in un arte realista a sè, separata dalla politica, se non per sommi capi.

Il film si sofferma con intelligenza su un immaginario dei personaggi brigatisti che si muove con logica stringente tra sensi di colpa, complessi per la mancanza di autorità con lo Stato che non li riconosce politicamente, crisi di identità per come vedono profilarsi all’orizzonte una chiara sconfitta politica ed etica, e disperazione per una inutile condanna a morte del Presidente della DC senza aver ottenuto quello che si erano proposti: la liberazione di alcuni uomini politici detenuti.

Il film mette a fuoco la divisione che nasce all’interno delle Brigate rosse, sopratutto tra chi capisce che quella che doveva essere la più umana e giusta ideologia sociale-politica (Il comunismo) rischia di diventare, a causa dell’isolamento totale patito con tutte le altre forze di sinistra e lo Stato, un messaggio di feroce disumanità, privo di ogni speranza.

Non a caso, dopo la sentenza di morte del Presidente DC proclamata dalle BR, la donna brigatista facente parte del gruppo, (la più intelligente dei presenti), sogna un Aldo Moro in libertà fuori dalla loro casa-prigione, cioè soddisfa per via onirica un desiderio di umanità, perché sa che la messa in pratica di una grande ideologia sociale può avvenire solo con il popolo al tuo fianco…

Liberamente tratto dalla biografia romanzata Il prigioniero (2003) dell’ex brigatista Anna Laura Braghetti e della giornalista Paola Tavella.

Aldo Moro, presidente della DC, fu rapito dalle Brigate Rosse il 16-3-1978. Il suo cadavere fu fatto trovare il 9-5-1978 nel bagagliaio di un’auto, in una via di Roma equidistante dalle sedi della DC e del PCI.

Film impregnato di dolore ma non triste, che coinvolge la mente e i sensi, grazie alla capacità di Marco Bellocchio di mantenersi nel narrare su un binario letterario-estetico strettamente cinematografico, dando alle idee tratte dal libro della ex brigatista un giro nuovo, con un linguaggio fotografico ricco di dettagli visivi i cui effetti non trovano corrispondenza con quelli della parola scritta…

Biagio Giordano

Buongiorno notte, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2020-10-23T09:16:39+02:00da biagiord
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