La realtà dell'immagine: cinema e fotografia

Lo squalo, recensione di Biagio Giordano

Lo squalo

(Jaws) USA 1975 Genere: Thrill. Durata: 124′ Regia: Steven SpielbergAttori: Robert Shaw, Roy Scheider, Richard Dreyfuss, Lorraine Gary, Murray Hamilton, Carl Gottlieb

 

 Stati Uniti. Ad Amity, cittadina balneare del New England, una ragazza viene uccisa di notte da uno squalo, il tragico evento è avvenuto subito dopo essersi tuffata in mare, nel mentre il suo ragazzo giaceva sulla riva rilassato. Nel Paese le autorità si dividono tra chi vuole allertare i bagnanti o chiudere le spiagge, e chi, schierandosi al fianco dei commercianti vorrebbe minimizzare il tutto. Prevarrà quest’ultima posizione.

I cittadini e i turisti vengono convinti da persone politicanti incompetenti dell’alta improbabilità di un altro attacco da parte degli squali.

Ma una splendida giornata estiva di sole, con la spiaggia felicemente affollata, vede un’altra mortale aggressione dello squalo, vittima un’adolescente.

Le autorità più restie a chiudere le spiagge si arrendono e decidono di investire soldi sulla cattura. La decisione viene presa dopo diverse consultazioni scientifiche che sentenziano come lo squalo avendo trovato cibo in quella zona avrebbe continuato a stazionarvici cercando altre persone da uccidere; è la teoria della territorialità.

Un poliziotto (Scheider), un ittiologo (Dreyfuss) e un cacciatore di squali (R. Shaw) si mettono in mare, con un peschereccio adattato allo scopo e ben attrezzato, dando  la caccia al mostro.

Lo squalo particolarmente intelligente, intuito il pericolo e forte della sua enorme stazza, prova a eliminarli. Cercherà di affondare il peschereccio urtandolo ripetutamente.

Per il grosso pesce tutto sembra andare a meraviglia, ma quando deciderà di dare il colpo di grazia ai cacciatori urtando come un missile il peschereccio ormai semidistrutto e pieno d’acqua, il poliziotto (Scheider) avrà un’ intuizione che gli consentirà di giocare l’ultima carta….

Primo grande successo del ventisettenne S. Spielberg che trova, dopo numerosi e vani tentativi, il montaggio giusto, quello che esalta il suspense tra lo squalo e i giovani bagnanti gaudenti, sopra tutto nella prima parte del film: un gioco psicologico-immaginifico che eccita gli spettatori donando loro emozioni di un altrove ben disegnato dove la finzione, come per magia del cinema, si fa reale. Il tutto supportato dal contrasto vita e morte, vitalità delle giovani vittime e il mostro.

Tratto da un romanzo di Peter Benchley, sceneggiato dall’autore con C. Gottlieb, con alla cinepresa il genio di Bill Butler e degli effetti speciali di Robert A. Mattey. 3 Oscar: John Williams (musica), Verna Fields (montaggio), suono. Ebbe 3 seguiti tutti bocciati dai critici.

Montaggio superlativo, ritmo magnetico che crea paura anche ai più disinteressati al genere…

Biagio Giordano

 


 

 

 

 

 

Lo squalo, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2020-11-03T23:13:20+01:00da
Reposta per primo quest’articolo