La realtà dell'immagine: cinema e fotografia

Marnie, recensione di Biagio Giordano

Marnie

USA 1964

Genere: Thrill. Durata: 129′ colore

Regia: Alfred Hitchcock

Attori: Tippi Hedren, Sean Connery, Diane Baker, Martin Gabel, Louise Latham, Alan Napier

Maschilista, Mark Rutland (Sean Connery), industriale e vedovo, seduce la bella e intelligente Marnie (Tippi Hedren), sua dipendente, per possederne anima e corpo. E’ attratto  dal passato della donna che è assai problematico, messo in vetrina  da un comportamento segnato dalla cleptomaia e da una teatralità paranoica.

Oltre alla manifestazione di diversi sintomi fobici, Marnie è terrorizzata dall’erotismo, idea che respinge con forza quando Mark dimostra un interesse del genere verso di lei.

Mark pur deluso non si arrende, pensa che la verità, unita all’amore che ormai prova per lei, potranno essere terapeutiche. Porta quindi la donna a Baltimora in casa della madre per far rivivere a Marnie il trauma che ha rimosso da tempo e il cui ricordo è stato da lei sostituito da tutta una serie di attività maniacali intercalate da attacchi fobici.

Un trauma avvenuto nella povertà e nella miseria che chiama in causa l’altra faccia dell’America, quella delle disuguaglianze sociali e dell’indifferenza di vasti settori della borghesia nei confronti della dignità che il povero sofferente mantiene eroicamente in vita fino alla fine dei propri giorni.

Un film psicanalitico non facile, che solo il genio di Hitchcock poteva realizzare traducendo in lingua cinematografica aspetti di una disciplina, quella psicanalitica, le cui logiche oggettivamente fuori dal senso comune, possono trovare una via immediata di comunicazione con l’arte visiva dei simboli onirici, tra significanti surreali che suggeriscono enigmatici contenuti pulsionali di origine infantile…

Insuccesso di pubblico a causa della portata pregnantemente culturale dell’opera che richiede un certo impegno cognitivo e un amore etico non comune per il prossimo disagiato, sopratutto per quello che vive accanto a noi nelle società occidentali.

L’unico film d’Essai di Hitchcock, che abbandona timorosamente lo spettacolo a vantaggio dell’arte e della scienza con il pieno dissenso della critica cinematografica…

Biagio Giordano

 

Marnie, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2020-11-16T16:34:33+01:00da
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