Barry Lindon, nuova recensione di Biagio Giordano

Barry Lyndon

GB 1975

Genere: Dramm. Durata: 184′

Regia: Stanley Kubrick

Attori: Ryan O’Neal, Marisa Berenson, Patrick Magee, Hardy Krüger, Steven Berkoff, Gay Hamilton

 

 Dal romanzo di William M. Thackeray: storia di Redmond Barry, irlandese del Settecento, costretto dalla povertà e da alcune avversità della vita a fuggire dal proprio paese, ad avventurarsi, dapprima, per fame, nell’esercito e poi, (rimasto miracolosamente in vita durante degli scontri diretti viso a viso con gli scedesi), nei meandri insidiosi delle corti nobili: seducendo o lasciandosi pericolosamente sedurre.

La cura maniacale delle inquadrature e del modo di riprendere attori, cose, e paesaggi (ripetute come è noto anche centinaia di volte senza badare a spese), le innovazioni nella ricerca di prospettive fotografiche originali (ad esempio macchina da presa in spalla spesso addosso ai visi dei soldati colti in primo piano durante gli scontri e nelle parate, con angoli quasi impossibili che creano sguardi dai profili impressionanti mai visti prima) anche in questo film, fanno la differenza rispetto a tantissimi altri film del genere.

Kubrick (già brillante, giovanissimo, fotografo professionista di Life per anni) con il suo grande direttore di fotografia J. Alcott compie un vero capolavoro artistico di arte visiva, dimostrando che solo con un grande budget si può avanzare esteticamente nel cinema; precisamente in termini di miglioramento dei suoi linguaggi sonoro-visivi. Un avanzamento che stenta sopratutto in film spettacolo: storico-romanzati simili a questo.

Il realismo della luce, dimostrato dagli ambienti illuminati con le sole candele, ripresi al naturale con costosissimi obiettivi della Nasa, molto luminosi, fa di questo film un’opera d’arte unica, tuttora ineguagliabile. Col digitale di oggi infatti la luce è riprodotta da un algoritmo del computer interno alla macchina e non da un solco lasciato dal sole sulla parte chimica della vecchia pellicola come accadeva nell’analogico, cosa che manteneva ancora un certo rapporto, vero, col sole, in quanto segno, traccia diretta tra fotoni e chimica.

7 nomination agli Oscar (tra cui a S. Kubrick come regista e sceneggiatore) e 4 premi: fotografia (J. Alcott), scene (K. Adam, R. Walker, V. Dixon), costumi (Ulla-Britt Soderlund, Milena Canonero) e musica adattata (Leonard Rosenman: Bach, Paisiello, Händel, Mozart, Federico il Grande e Schubert)

Biagio Giordano

Barry Lindon

 

Barry Lindon, nuova recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2021-01-21T15:51:46+01:00da biagiord
Reposta per primo quest’articolo