Delta Padano, recensione di Biagio Giordano

1951. Florestano Vancini il regista-autore e il suo realismo nel cinema.

  Con i suoi numerosi documentari e cortometraggi girati nelle zone più povere e degradate delle foci del Po, già abbandonate da tempo al loro destino dalle pieghe negative della storia politica precedente, Florestano Vancini ha dato un contributo considerevole alla messa al centro  dell’attenzione della politica italiana del dopo guerra, soprattutto le condizioni di vita della popolazione situata nel Delta del Po (anni ’40 e ’50). In quelle zone era necessaria la costruzione di nuove  condizioni di vita per i cittadini, di miglior salute per loro, di maggior lavoro, di più estese opportunità culturali, in un mondo abbandonato da troppo tempo dalla politica.

Goro, Gorino, Scardovari alle periferie di Ferrara come ricorda lo stesso Vancini, vivevano una inspiegabile condizione di isolamento, con Ferrara ignara di tutto.

In alcune zone le autoambulanze intervenivano il giorno dopo la loro chiamata, l’estendersi della tubercolosi mieteva numerose vittime, e al suo flagello la gente assisteva impotente salvo manifestare verso i colpiti un dolore condiviso. Non c’era lavoro se non miserevole, si viveva di stenti, la superficie delle terre coltivabili si riduceva ogni anno per via delle pessime condizioni idrogeologiche del terreno.

Esempio di cinema verità, che in un sistema democratico fondato sui diritti e la libertà di espressione, ha dialogato fattivamente con la politica…

Biagio Giordano

Delta Padano

 

Delta Padano, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2021-03-25T15:01:20+01:00da biagiord
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