Le due vie del destino, recensione di Biagio Giordano

Le due vie del destino

Regia di Jonathan Teplitzky, con Colin Firth, Nicole Kidman, J. Irvine, paese Australia, anno 2013, Drammatico, durata 116 minuti

 

 Taciturno ma di indole nobile, Lomax s’innamora di Patti bella e intelligente, donna dalle scelte sentimentali oneste. Si sposano, ma per lei dopo un po’ di tempo sarà un inferno.

Lomax nasconde qualcosa che si vergogna di raccontare, è ossessionato da ricordi di prigionia dai contenuti particolarmente spaventosi. Ha attacchi nevrotici con deliri di persecuzioni e di vendetta, si sente inadeguato a vivere con sua moglie.

E’ paralizzato nelle sue attività da un passato di prigionia patito in un campo di lavoro a Singapore, dove è stato ripetutamente torturato dai giapponesi per aver costruito di nascosto una radio ricevente…

Dopo aver meditato una vendetta di morte nei confronti di uno degli ufficiali giapponesi ancora vivo che lui considera tra i maggiori responsabili delle torture subite, Lomax, quando lo raggiunge per punirlo, proprio nel posto dove ha subito quelle violenze (nel frattempo la zona è stata adibita a Museo in omaggio alla ferrovia costruita durante la guerra), e dopo averlo duramente processato verbalmente, lo perdonerà perché si renderà conto che anche lui è rimasto nevrotizzato per sempre da quegli orribili episodi di violenza…

Film sull’odio di guerra, che punendo vittime e carnefici, vinti e vincitori, rende le guerre per lo più assurde e inutili, obbligando al perdono. Cast di alto livello, regia molto promettente…

Biagio Giordano

Le due vie del destino

 

Le due vie del destino, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2021-04-12T16:13:53+02:00da biagiord
Reposta per primo quest’articolo