Il filo nascosto, recensione di Biagio Giordano

Il filo nascosto, di Paul Anderson con Daniel Day-Lewis, Vicky Krieps, paese Usa, anno 2017, Drammatico, durata 130 minuti

 Londra anni ’50, Reynolds Woodcock (un magistrale Daniel Day-Lewis), geniale e maniacale disegnatore stilista di abiti femminili, è a capo di una prestigiosa sartoria che lavora per l’alta borghesia britannica.

Nel locale dove al mattino si reca per far colazione conosce una bella e dolce cameriera (Vicky Krieps) che asseconda con estrema gentilezza le sue raffinatissime e originali richieste di piatti di primo mattino.

Reynolds colpito dalla disponibilità discreta della donna le propone una maggior conoscenza. Lei seguendo il suo istinto accetterà, e sarà il rapporto della sua vita.

Via via, che sempre più si frequenteranno, nascerà tra i due un vero e proprio rapporto sentimentale, dall’andamento complesso a volte anche molto complicato a causa della appartenenza dei due a ceti sociali molto diversi e con lavori professionali poveri di analogie.

La loro storia risulterà però indissolubile, perché dominata dall’amore…

Film con una storia ben incastonata in una composizione fotografica di altissima scuola, che indugia sapientemente con la macchina da presa su particolari in primo piano della vita di sartoria capaci di emanare emozioni estetiche assai originali sempre rafforzate da stupore e meraviglia…

Il disegno psicologico dei personaggi è di buon spessore logico, mai banalizzato da allusioni sessuali. Un film senz’altro da premi cinematografici…

Regia egregia, e tutti gli attori recitano sopra le righe.

Il Filo nascosto, titolo del film, metafora di sartoria, è ciò che i personaggi protagonisti scoprono di sé via via che si conoscono.

Biagio Giordano

Il filo nascosto

 

Il filo nascosto, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2021-05-11T09:31:37+02:00da biagiord
Reposta per primo quest’articolo