Lo smemorato di Collegno, recensione di Biagio Giordano

Lo smemorato di Collegno

E’ un film del 1962 con Totò, diretto da Sergio Corbucci. Il film è liberamente ispirato al caso Bruneri-Canella (Bruneri un uomo socialmente non di spicco e Cannella un professore), realmente avvenuto nel 1926 in Italia.

Titolo originale Lo smemorato di Collegno

Paese di produzione Italia

Anno 1962

Durata 84 min

Dati tecnici B/N

Genere commedia

Regia Sergio Corbucci

Soggetto Bruno Corbucci

Giovanni Grimaldi

Sceneggiatura Bruno Corbucci

Giovanni Grimaldi

Produttore Gianni Buffardi

Attori:

Totò: lo smemorato

Erminio Macario: Nicola Politi

Nino Taranto: prof. Ademaro Gioberti

Aroldo Tieri: dott. Alessandro Zannini

Andrea Checchi: avvocato Rossetti

Franco Volpi: il procuratore

Yvonne Sanson: Linda Ballarini

Mario Pisu: avvocato della signora Ballarini

Attenzione il commento di questo film ha qualche spoiler

 Un uomo, non proprio più giovane, in divisa militare scomposta, rimane per ore chiuso in un bagno pubblico, seduto comodamente sul wc. Rifiuta di aprire a chicchessia e tratta severamente le condizioni per uscire: chiede ai presenti fuori dal bagno di chiamare urgentemente il commissario di polizia, solo alla sua venuta aprirà la porta per uscire. Dopo di ché qualcuno avvisa il comando della Questura.

Al commissario l’uomo dichiara concitato di aver perso tutta la memoria del passato, di non sapere come si chiama e di aver compiuto quel gesto nel bagno per richiamare l’attenzione delle istituzioni sanitarie e sociali sul suo caso.

Si decide che nell’immediato lo smemorato non possa che essere ricoverato in una clinica per disturbi mentali, al fine di capire quale sia la sua identità e lo stato della sua salute mentale.

Qualche tempo dopo, l’uomo appare nel film come imputato in un processo: il pubblico ministero lo accusa di essere Giuseppe Lobianco, ricercato per furti, truffe e altri crimini, tutto ciò testimoniato da un suo ex-complice; la difesa dell’uomo, invece, sostiene che egli sia l’ingegnere Alberto Ballarini, uomo colto e raffinato, di buona famiglia, ufficialmente risultante disperso durante la Campagna di Russia.

Di fatto il testimone più affidabile è il professor Ademaro Gioberti, primario della clinica in cui è stato ricoverato lo smemorato, che con espedienti narrativi provocatori tenta di far recuperare la memoria all’uomo.

Questi dopo una seduta, per strani motivi fugge spaventato dall’istituto travestito da suora e va a chiedere aiuto a un influente sottosegretario.

La fuga avrà l’effetto di far arrivare sui giornali la foto dello smemorato, con la spiegazione del suo caso clinico, ciò farà affluire in clinica numerose donne, tutte pronte a giurare (senza prove) di riconoscere nell’uomo il proprio marito scomparso.

Viene dunque chiamato a testimoniare il dottor Alessandro Zannini, nominato curatore degli interessi della signora Linda Ballarini: Zannini fa capire che si è vicini alla verità, che è necessario per arrivare ad essa, un dialogo fra lo smemorato e lei, in quanto la donna ha riconosciuto in lui suo marito Alberto.

Nell’incontro avviene il colpo di scena tanto atteso dai media, l’uomo infatti riconosce, dimostrando ferma sicurezza, quella donna come sua moglie.

Ma non è finita. L’accusa chiama a testimoniare l’ex-compagno di stanza dello smemorato, Nicola Politi: questi racconta alla corte che lo smemorato gli avrebbe confessato di aver finto di essere il marito della Ballarini, forse per porre fine alla sua sempre più disagiata vicenda, ma lo smemorato riesce a far passare per pazzo il Politi rendendo vana la sua testimonianza…

Il processo però non riesce a concludersi, in quanto si fa viva la signora Polacich, profuga istriana, che sostiene che lo smemorato sarebbe suo marito Antonio…L’uomo però nega decisamente.

Alla fine nulla di certo viene stabilito.

Sarà un cane, intrufolatosi di nascosto nei locali del tribunale e accostatosi silenziosamente al fianco dello smemorato, (un fedele animale posseduto dall’uomo prima di perdere la memoria), a dare ancora una speranza di verità allo smemorato.

All’uscita dal tribunale lo smemorato si farà infatti guidare dal suo cane verso persone e luoghi di cui lui ha perso la memoria…

Film di grande intensità umana, che tratta un caso famoso più col cuore che con la mente, sottolineando sullo sfondo l’incapacità delle istituzioni e dei media a produrre verità e giustizia se privi della collaborazione responsabile dei cittadini coinvolti nel caso…Sarà un cane fedele, il suo cuore pieno di amore per chi lo ha adottato, a mettere a nudo ipocrisie, egoismi, paranoie, dei numerosi cittadini protagonisti della vicenda, guidando il suo padrone verso la tanto agognata verità…

Recitazioni di grande realismo, aspetto questo che potenzia l’efficacia dell’ironia e del dramma di cui è intessuto in gran parte il racconto, che è un narrare sostanzialmente metaforico, interpretativo del fatto vero con fantasia, cuore e intelligenza…

Biagio Giordano

locandina de lo smemorato di collegno

Lo smemorato di Collegno, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2021-10-11T17:45:42+02:00da biagiord
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