Siamo uomini o caporali, recensione di Biagio Giordano

Siamo uomini o caporali è un film del 1955 diretto da Camillo Mastrocinque e interpretato da Totò e Paolo Stoppa, in due rispettivi ruoli contrapposti: l’uomo e il caporale.

Paese di produzione Italia, Anno 1955, Durata 92 min, Dati tecnici B/N, Genere comico, drammatico, Regia Camillo Mastrocinque, Interpreti:, Totò,, Paolo Stoppa, Fiorella Mari, Nerio Bernardi, Vincent Barbi, Mara Werlen

Attenzione, commento con spoiler

 Totò Esposito, dopo molteplici esperienze come attore comico, si reca a Cinecittà nella speranza di ottenere una parte, anche solo da comparsa, in un film che ha per soggetto Napoleone…

 E’ questo di Mastrocinque un film che per essere apprezzato in tutto il suo valore di intrattenimento popolare va storicamente contestualizzato.

Sono ancora gli anni postguerra segnati dalla ricostruzione, che avviene lentamente, con nuove ma incerte speranze frenate dai tanti dolori (tendenti a paralizzare ogni attività) che la guerra con lo straniero e quella civile (al nostro interno) hanno rilasciato.

Il cinema comico in quegli anni non è per niente in crisi, ironizza, esorcizza la seriosità degli ufficiali sopravvissuti con insoliti effetti di comicità, usa l’arma del sarcasmo per sottolineare le assurdità di una guerra tanto feroce quanto inutile. Totò è il profeta di quel cinema comico, crea uno scenario ricco di emozioni utilizzando una parodia (di una realtà brutale) che si avvale dell’energia rilasciata dall’indistruttibile vitalità della dignità del vivere.

Uno scenario artistico vivificato da un linguaggio surreale che interpreta e comunica con i sintomi della pazzia di un popolo frastornato che non sa come tirare avanti, che non può neanche piangere a lungo sui suoi morti pena l’esclusione psicologica dalla gara per affermarsi nella nuova economia in formazione.

Un popolo umiliato dalle guerre, da quei conflitti che hanno portato a frenare lo sviluppo del sociale, dell’economia strutturale, dell’arte, della cultura.

Il riso che il film suscita negli spettatori di quel tempo è l’effetto freudiano di una indignazione non più contenuta, il mantenimento di una credenza nel civile nonostante tutto quello che è successo.

Una liberazione immaginaria, che si sa essere provvisoria, dal male che ha annichilito per anni la dignità della povera gente, relegandone l’immaginario nella follia dell’avventura, nel vivere giorno per giorno senza sapere quanto, godendo solo dell’avventura in sè, della propria vita sistemata come quella dell’equilibrista su un alto filo, senza una sottostante rete di protezione dalla caduta.

Geniale interpretazione di Totò (l’uomo) che regge da protagonista il film insieme a un versatile e convincente Paolo Stoppa nei vari ruoli da caporale.

Regia di alta professionalità.

Biagio Giordano

Locandina film in vendita ebay

 

Siamo uomini o caporali, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2022-03-19T11:05:31+01:00da biagiord
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