White God, recensione di Biagio Giordano

White God – Sinfonia per Hagen (Fehér isten) è un film del 2014 diretto da Kornél Mundruczó.

Attenzione, commento con spoiler

La pellicola al festival di Cannes del 2014 ha vinto il premio come miglior film nella sezione Un Certain Regard (Un certo guardare).

L’adolescente Lili, tredicenne, si sistema in casa del padre che di mestiere fa il macellaio, soggiornandovi per tre mesi, il trasferimento è reso necessario dall’assenza della madre, allontanatasi dalla città per motivi di lavoro.

Con lei porta il suo cane meticcio Hagen, che cura amorevolmente, ricambiata nell’affetto. I vicini di casa del condomino però non approvano la venuta dell’animale e un giorno chiamano un funzionario del comune a controllare che tutto sia in regola nella casa del macellaio, a proposito si inventano la menzogna che il cane aveva morso una condomina.

Il governo ungherese aveva imposto da tempo una tassa per tutti i cani non di razza, con la motivazione che i soldi incassati sarebbero stati usati per far vivere meglio quelli abbandonati e relegati nei canili, evitando così di doverli sopprimere.

Il funzionario del comune, chiamato dai vicini, intima al padre di Lili di pagare la tassa pena la deportazione dell’animale nel canile comunale dove avrebbe svolto tutt’altra vita.

Il padre, macellaio, non ama gli animali e per non avere fastidi anche con i vicini, decide di abbandonare Hagen per strada.

Per il cane è l’inizio di un interminabile calvario per le strade di Budapest.

Hagen viene catturato da un accalappiacani e portato nel canile, nel frattempo viene notato da un esperto di cani da combattimento che apprezza le origini di appartenenza di Hagen, egli sa di essere in presenza di un cane dalle altissime doti agonistiche, si tratta solo di metterlo in condizioni di risvegliare un’istintività andata perduta, praticamente rimossa dalla vita civile condotta con la sua padrona Lili. Hagen diventa un campione nei combattimenti ma a duro prezzo per il suo fisico e la sua psiche animale.

Hagen riesce a fuggire e con altri cani maltrattati sembra voler prendere di mira per vendetta l’uomo in generale compresa la sua ex padrona Lili e suo padre , ritenuti in parte responsabili dei suoi mali.

La scena dell’inseguimento di centinaia di cani nelle strade di Budapest per attorniare e fermare Lili in bicicletta è di straordinario effetto visivo, unica nella storia del cinema, una tensione nel dinamismo degli animali, di grandissima bravura tecnica e inventiva…

Film di alto valore etico che sottolinea il rapporto abnorme uomo-animali, sopratutto là dove l’animale è più vicino all’uomo…

Biagio Giordano

locandina di White god

 

White God, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2022-03-19T09:56:57+01:00da biagiord
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