Mister Morgan, recensione di Biagio Giordano

Mister Morgan (Mr. Morgan’s Last Love) è un film del 2013 scritto e diretto da Sandra Nettelbeck. Attori: Michael Caine, Clémence Poésy e Gillian Anderson. Il film si ispira liberamente al romanzo La Douceur Assassine di Françoise Dorner.

Attenzione, questo commento contiene spoiler

  Vedovo disinteressato alla elaborazione del lutto (diventato ormai un sintomo), Matthew, pensionato americano ex insegnante di filosofia, sceglie di vivere in solitudine a Parigi.

Matthew vive in un eterno sogno diurno, percepito dall’esterno come dolore, egli è invaso, a insaputa degli altri, da un misterioso godimento regressivo, il cui immaginario è animato da flash back sulla propria vita, quella trascorsa con la moglie che amava.

Il suo aspetto e comportamento nel sociale in cui è inserito appare, falsamente, profondamente segnato dal dolore.

Un giorno Incontra in autobus Pauline, una giovane insegnante di ballo, gentile, sensibile, piena di vita, desiderosa di conoscere figure paterne dall’aspetto rassicurante.

Si instaura tra loro un legame affettivo sincero, non erotico, privo di ogni secondo fine o progetti restauratori delle fratture della vita.

Il rapporto però fa uscire Matthew dal suo sogno diurno, riportandolo alla realtà, cosa che lo fa sentire da una parte felice dall’altra del tutto inadeguato a viverla con i nuovi sentimenti in gioco.

Prevale la fedeltà totale alla moglie scomparsa, a quelle immagini del loro rapporto che conservavano in qualche modo, con l’aiuto di un delirio amico, la bellezza del loro quotidiano.

Matthew tenta un primo suicidio ingerendo una notevole quantità (che risulteranno non sufficiente) di sonniferi.

I 2 figli di Matthew avvisati del drammatico gesto del padre vengono a trovarlo dall’America, ma quando scoprono la sua nuova amicizia, equivocano il tipo di rapporto che il padre ha con Pauline. Il rapporto padre figli diventa di nuovo difficile, come è sempre stato.

Pauline, che comprende la situazione, farà il possibile per favorire una riconciliazione tra padre e figli, offrendo anche il proprio amore, corrisposto, al figlio, nel tentativo di costruire un triangolo affettivo virtuoso tra lei, il figlio di Matthew e il padre.

La riconciliazione tra padre e figlio riesce, ma il progetto di Matthew rimane un altro, ritrovata la tranquillità con il reale della vita, decide di abbandonare quest’ultima scegliendo di morire in serenità.

Un film sulla solitudine degli anziani, spesso esorcizzata dalle istituzioni come male estremo, quando invece essa rimane ricca di vita interiore con figurazioni del passato che se ascoltate impediscono alla solitudine di far male.

Biagio Giordano

Locandina mister-morgan

 

Mister Morgan, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2022-03-22T15:12:30+01:00da biagiord
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