Il dubbio, recensione di Biagio Giordano

Il dubbio, Titolo originale The Naked Edge (Il bordo nudo)

Paese di produzione Regno Unito, Stati Uniti d’America

Anno 1961

Durata 97 min

Dati tecnici B/N

Genere thriller

Regia Michael Anderson

Soggetto Max Ehrlich (dal romanzo First Train to Babylon: Primo treno per Babilonia)

Sceneggiatura Joseph Stefano

Fotografia Erwin Hillier

Montaggio Gordon Pilkington

Interpreti e personaggi:

Gary Cooper: George Radcliffe

Deborah Kerr: Martha Radcliffe

Eric Portman: Jeremy Clay

Diane Cilento: signora Heath

Attenzione, commento con spoiler

Jason Rooth, il cassiere di un’importante industria londinese, viene trovato morto nel suo ufficio trafitto da una coltellata conficcatagli nella pancia.

Grazie al coraggio di un altro impiegato di quell’ufficio (e amico di Jason), George Radcliffe (Gary Cooper) che, a seguito dei potenti lamenti di Jason era uscito dalla propria stanza per prestargli soccorso, l’assassino verrà da lui scorto a distanza e inseguito (di sera) fin dentro i locali della caldaia del palazzo, dove però finirà per trovare un uomo dimesso, stanco e arrendevole, barcolante, con una bottiglia di whisky in mano.

George sembra non avere dubbi, per lui quell’uomo è l’assassino di Jason, pur scoprendo con sorpresa che trattasi di un suo collega, un alcolista frustrato, di nome Donald Heath.

L’uomo trovato nella caldaia verrà arrestato.

Il sacco che l’assassino portava con sè fuggendo, conteneva 60.000 sterline e non verrà trovato nei locali della caldaia, cosa che avrebbe dovuto far riflettere con più attenzione George circa la vera identità dell’assassino.

Donald Heath, il presunto assassino, povero e privo com’è di risorse utili a sostenere al meglio la difesa (ad esempio con perizie ad hoc), dopo un processo molto discutibile sul piano formale, viene condannato dalla giuria popolare a scontare trenta anni di prigione.

Il giorno dell’udienza, uscendo dal tribunale, George (Gary Cooper ultimo film) che come testimone chiave al tribunale ha tenuto nascosto un dubbio sul responsabile di quanto accaduto, si accorge di essere seguito e, colto da un misterioso senso di colpa, decide di non fuggire: affronta quell’uomo viso a viso chiedendo spiegazioni.

Si tratta di un avvocato sconosciuto, che probabilmente per non destar sospetti su qualcosa di oscuro che ha in mente di fare lo rassicura sostenendo trattasi di un equivoco.

Dopo poco tempo George con un fortunato colpo alla borsa riesce ad aprire una propria attività industriale, lo fa insieme a un socio, Morris Brooke. Gli affari procedono bene, con forti guadagni, ma qualcosa nella sua vita privata sembra andare storto.

Un giorno la moglie di George, Martha, riceve una lettera anonima ricattatoria. In essa le si rende noto che suo marito è il vero assassino di Jason Rooth perchè egli ha assistito al delitto, Per comprare il suo silenzio l’uomo chiede 30.000 sterline. Trattasi dell’uomo che a suo tempo lo aveva pedinato.

A seguito di quella lettera e osservando più attentamente il comportamento di suo marito, nel pensiero della moglie Martha si insinua il sospetto che la fortuna del suo coniuge potrebbe essere nata non dal colpo finanziario sortito in borsa onestamente ma da un piano messo in pratica con un complice per uccidere il cassiere Jason Rooth e portar via dal suo ufficio il pacco contenente 60.000 sterline.

George, sconvolto, si difende con fatica dai sospetti della moglie, la donna è ormai ossessionata dal dubbio che suo marito possa essere un assassino.

Una serie di coincidenze rafforzano quel dubbio, alimentati anche da alcuni tratti nevrotici che affliggono la moglie.

La possibilità che il suo coniuge sia realmente l’assassino del cassiere si fa nella donna via via sempre più forte facendo tutt’uno con i suoi tratti paranoici.

Thriller di alto profilo narrativo, con tecniche fotografiche di ripresa in bianco e nero che ne potenziano l’emotività suggerendo anche per il cinema di oggi preziose inquadrature in primo piano con scritture di luce sui volti memorabili.

Paradossalmente negli anni 50 l’assenza di sostanziose strumentazioni per gli effetti speciali obbligava a ricercare artigianalmente, con invenzioni di ripresa fotografica, la via per stupire ed elevare il livello estetico e comunicativo delle scene. I risultati furono eccezionali, nacque parallela alle immagini in movimento una vera e propria scuola di fotografia filmica legata alle inquadrature, al linguaggio iconico, dove protagonista assoluta era la sintassi di luce.

Il film. Ottima regia, numerose scene di suspense molto curate e riuscite.

Gary Cooper non riuscirà a girare le ultimissime scene del film, se ne andrà per sempre, lasciando un vuoto ancora oggi incolmabile, sia per bravura tecnica sia per carisma.

Rudy Giordan

Locandina allegata tratta da Amazon che vende il film

Locandina Il dubbio da amazon per dvd

 

Il dubbio, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2022-04-19T10:58:03+02:00da biagiord
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