La donna della domenica, recensione di Biagio Giordano

 La donna della domenica, 1975, di Luigi Comencini, giallo, colori

  Un giallo che riflette la realtà più borghese degli anni ’70, con una polizia diffidente del comportamento sociale della borghesia e decisa ad andare a fondo negli indizi di reato che la coinvolgono.

Un film ricchissimo di materiale scenico (oggi impensabile), tanto da creare apprezzabilmente delle vere e proprie pause rispetto all’oggetto-tema da riprendere che dovrebbe per convenzione mantenersi quasi costantemente sul genere giallo.

Si gira in grandi mercati storici, inquadrando banconi di antiquariato, si riprendono giardini straordinariamente curati, e un’architettura che attraversa secoli di bellezze stilistiche, nonché interni di lusso originali che suscitano curiosità e aspettative  seducenti perché firmati da artisti, il tutto al solo scopo di intrattenere e confondere su vasta scala lo spettatore circa l’identità dell’assassino.

Il meccanismo del giallo è apprezzabile pur rimanendo sullo sfondo, prevale infatti l’approfondimento delle personalità dei personaggi, evidenziando ricchezza di caratteri, di psicologie, di tipologie di costumi, di generi sessuali, etc. Il filo del giallo è robusto e coerente, tiene, e non perde forza per quel che lo riguarda, tira di più in potenza nei momenti giusti: quelli in cui deve avvicinarsi (creando suspence) al colpevole.

Un film oggi cult, perché quasi tutto appare, rispetto al presente, non più esistente.

Biagio Giordano

Locandina tratta da Amazon.it che vende il film

                                                                                  Locandina La donna della domenica

 

La donna della domenica, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2023-03-24T10:46:23+01:00da biagiord
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