Ancora su The body
Savona 21 maggio 2024
Il film The body, del 2001, di produzione statunitense, funziona di fatto come una provocazione della scienza archeologica nei confronti di alcune verità teologiche presenti nelle Sacre Scritture. Vien da dire che in questa pellicola è come se si fosse voluto prendere sul serio la nota affermazione dell’apostolo Paolo quando, in vena di demitizzazione del Vangelo, disse in un suo scritto che “se Cristo non è risorto, la nostra fede è inutile”.
La scienza archeologica ha lanciato da tempo, tra le righe, questo tipo di sfide, ma anche là dove ha dimostrato di aver ragione, in quanto esibiva prove facilmente evidenti di scoperte divenute poi sensazionali in quanto erano in grado di smentire diverse costruzioni narrative delle Sacre scritture, ciò non ha sortito alcun effetto, e mi riferisco ad esempio a quando essa ha dimostrato che il tempio di Salomone non è mai esistito, questa notizia seppur clamorosa e molto diffusa dai media, non ha influito in alcun modo sulle Chiese e sulla fede dei cristiani nonché su quella degli ebrei ortodossi.
Da un punto di vista Pastorale questo film ha ricevuto da parte delle istituzioni vaticane esperte nella comunicazione, severe condanne, e non poteva essere diversamente visto che sotto accusa nel film risultano esserci importanti frange di potere della gerarchia del Vaticano.
È un’accusa contro un loro modo abitudinario di operare, che riguarda la forma e lo stile di fare politica nel mondo. Con certe bistrattate scelte formali mostrate nel film, il cattolicesimo non poteva riuscire a mettere sempre al centro l’interesse spirituale della Chiesa, e ciò lasciava intendere come certi ecclesiastici fossero sempre più attratti, a volte irresistibilmente, dalla vita mondana che il materialismo di turno poteva loro offrire.
Tutto ciò ovviamente secondo gli autori di questo film.
(Biagio Giordano)
