Dream House, recensione di Biagio Giordano

 Dream House (Casa dei sogni), di Jim Sheridan, Daniel Craig, Rachel Weisz, Naomi Watts, USA, 2011, Drammatico, 92 minuti

 Storia di vicende chiave di una famiglia del ceto medio americano, padre, madre e due figlie piccole, unita e felice…ma solo nel sogno, quello del padre.

La loro casa appare attraversata da presenze minacciose, figurazioni potenti poste dal racconto alla frontiera tra allucinazioni e realtà.

Thriller psichiatrico di alto livello spettacolare, che usa come dispositivo letterario di fondo meccanismi onirici ben costruiti, in grado di disorientare lo spettatore rispetto a quello che di vero percepisce, il contrasto tra realtà e immaginazione può tendere infatti al massimo la corda narrativa proprio per la distanza dei loro piani, resa ambigua con giochi di ellissi (parti della sintassi filmica volutamente non chiarite) fin quasi alla fine del film.

Bocciato da quella parte della critica (molto estesa) che non sopporta, inspiegabilmente, l’uso della psichiatria, del lavoro onirico dell’inconscio, delle allucinazioni, dei sintomi nevrotici, come fondamenti del meccanismo estetico-letterario del racconto filmico… quando in realtà questi strumenti sono portatrici di grande ricchezza figurativa, enigmatica ma dai contenuti logici precisi, in grado di comunicare verità profonde e creare effetti poetici-artistici tipici del grande cinema…

Biagio Giordano

Dream house

 

Dream House, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2021-06-20T16:53:40+02:00da biagiord
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