Ancora sul film Panic Room, commento di Biagio Giordano

Panic Room è un film thriller del 2002 diretto da David Fincher.
Meg Altman (Jodie Foster), appena divorziata, si trasferisce assieme alla adolescente figlia Sarah, gravemente malata di diabete, in una grande e confortevole abitazione di New York, nell’Upper West Side di Manhattan.

La casa è strutturata su tre piani con un sistema video elettronico sofisticato che protegge dagli intrusi mal intenzionati.

Il lussuoso appartamento comprende anche una curiosa stanza sopranominata Panic Room (stanza di panico), una sorta di vano di emergenza, in gran parte blindato, fatto realizzare dal precedente proprietario per soddisfare particolari esigenze di sicurezza.

La Panic Room contiene scorte di cibo, farmaci di prima necessità, servizi igienici, e utensileria di base, nonché telefono fisso di emergenza con attacco supplementare. Inoltre è dotata di un sistema di videosorveglianza con schermi centralizzati che riprendono periodicamente tutto ciò che può accadere nei numerosi vani e scale dell’appartamento.

Fatto il contratto il trasloco avviene, per specifiche esigenze, un po’ prima dei termini previsti; alla sera vengono attivati dai nuovi inquilini solo i bagni e le camere da letto, la sistemazione del resto viene posticipata, al che quella notte tutto rimane ancora chiuso nei pacchi e nelle casse.

A sorpresa, intorno alle 1,30 nella casa penetrano tre loschi individui, sono dei ladri, uno è guidatore di autobus, l’atro un tecnico della compagnia telefonica, e il terzo un professionista che dirige le operazioni previste, i tre hanno studiato il piano alla perfezione e il tecnico telefonista conosce bene tutta le rete telefonica.
I tre dopo aver scoperto la presenza degli inquilini dormienti diventano molto nervosi, avevano calcolato, attraverso complicità informative varie di agenzie immobiliari e gestori luce e telefoni, che non avrebbero trovato nessuno.

Un rumore accidentale provocato da uno dei tre, fa svegliare Meg Altman, che nota sugli schermi di sorveglianza la presenza dei tre uomini. Intesa la pericolosità della situazione, la donna prende la figlia e si rifugia nella Panic Room.

Le due messesi al sicuro, cercano di usare il telefono fisso della Panic Room per chiamare la polizia, ma l’apparecchio risulta non ancora attivato.

Scopriranno poi amaramente che ciò che i malviventi vogliono si trova proprio nella Panic Room. I tre inventeranno ogni tipo di stratagemma utile per poter entrare nella stanza e prendere ciò che gli interessa.

Ma il successo per i rapinatori passa, a un certo punto delle loro azioni, attraverso una cruciale decisione: uccidere o lasciare in vita la figlia di Meg Altman?
Nel gruppo dei malviventi si apre quindi un conflitto molto duro che riapre il gioco in favore di Meg.
Film sulle paure inconsce della nostra epoca, con in primo piano la stranianza (legata al difficile processo della civiltà) che è in noi, intesa come finto altro, di solito proiettato, per comodità, verso l’esterno, nel sociale, rivestendoci di un razzismo di cui neghiamo decisamente l’esistenza.
Biagio Giordano

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Ancora sul film Panic Room, commento di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-04-30T17:33:59+02:00da biagiord
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