La nona porta, recensione di Biagio Giordano

La nona porta, di Roman Polansky, con Johnny Depp, Frank Langella, Lena Olin, paese Francia, anno 1999, durata 132 minuti, genere drammatico.
Boris Balkan, è un bibliofilo newyorchese particolare, adora il demonio Lucifero, che ritiene sia reale, cioè qualcosa che la sua immaginazione pone al di fuori di ogni metafora. Un giorno commissiona a Dean Corso (Johnny Depp), uno specialista nel riconoscere copie false tra i libri antichi, un’indagine da compiere su un antico testo esoterico presente nella propria collezione privata dal titolo, Le nove porte del Regno delle Ombre, scritto e stampato intorno al 1660, da un autore perseguitato per esoterismo, che poi è stato processato e giustiziato sul rogo dalla Santa Inquisizione.
Balkan possiede uno dei tre esemplari superstiti, l’uomo però è roso da un dubbio, è convinto che solo uno dei tre libri esistenti sia autentico, cosa che lo porta a pensare di non essere certo dell’autenticità del testo che possiede.
Contando sulla possibilità di elargire somme da capogiro, Balkan convince Corso ad andare in Europa dai collezionisti che sono in possesso delle altre due copie. Lo scopo come è ovvio è quello di trovare la copia autentica, ma non tanto per ottenere una soddisfazione da collezionista a lungo agognata, quanto per evocare con il testo autentico davanti, Lucifero in persona, e chiedergli, attraverso un rituale di adorazione, l’ottenimento di alcuni poteri tipici del demonio, come ad esempio la capacità di sedurre, l’insensibilità alle fiamme e l’eternità. Ciò è reso possibile dal momento che il libro in oggetto si ispira all’Horrido Delomelanichon, un testo leggendario del quale sembra accertato che l’autore sia lo stesso Lucifero.
Il percorso di Corso alla ricerca dei testi sarà funestato da morti e incidenti, come se nell’aspirazione dell’uomo ad acquisire i poteri del maligno fosse presente una vanità senza fine che piega in drammaticità le cose. Con questo film Polansky conferma tutte le sue doti di raffinatezza e originalità nel raccontare per immagini, nonché la difficile capacità di suscitare interesse fin dal primo minuto mantenendo le promesse che si costruiscono nella prima parte per poi realizzarsi nel finale.
Biagio Giordano

La-nona-porta-locandina[1]

La nona porta, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-11-02T10:58:20+01:00da biagiord
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