Collaterall, recensione di Biagio Giordano

Collaterall, di Michael Mann, con Tom Cruise, Jamie Foxx, Usa 2004, Thriller, 120 minuti.
Una Los Angeles notturna come mai la si era vista al cinema, con la magia del digitale che cattura ogni dettaglio, indifferente alla poca quantità di luce che incontra.
Protagonista, una sorprendente città di 17 milioni di abitanti, dove il capitalismo non incontra alcuna resistenza, le persone sono tenute misteriosamente insieme da sogni e progetti che per molti si trasformeranno in delusioni dai risvolti patologici, destinate però a portare ad amare, lungo una illusorietà alternata, senza fine, corrotti o ambigui uomini di potere.
Uomini di potere che annunciano, a lato del sogno americano in crisi, la materializzazione di una nuova mono-filosofia della vita, basata sulla schiavitù dei più deboli attraverso l’immagine polisemica onnipresente e onnipotente che tiene svegli: in grado essa stessa di giustificare la perdita e rilanciare l’illusione. Deboli che saranno parzialmente rinfrancati dal danno subito, col piacere masochistico donato dall’inconscio all’io attraverso il sintomo…
Capolavoro di Mann che costruisce una storia thriller esistenziale, mai banale, rinunciando ai più abituali intrecci letterali del genere, a favore della lineare descrizione drammatica dei profili dei personaggi (sempre ben scolpiti) il cui loro inserimento in atmosfere noir ad hoc rende particolarmente credibile.
Non accadeva dai tempi del noir americano in bianco e nero anni ’40, di partecipare visivamente ad una fotografia di così grande coinvolgimento emotivo, il cui colore in questo caso, stranamente, conferisce ai contenuti una straordinaria verosimiglianza…
Biagio Giordano

Collaterall, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2020-04-19T16:35:17+02:00da biagiord
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