La 25a ora, recensione di Biagio Giordano

La 25a ora, di Spike Lee, con Edward Norton, Philip Seymour, Usa, 2002, 130 minuti, drammatico

Commento con spoiler

Locandina tratta da Amazon.it

 Le ultime 25 ore di libera vita quotidiana di un giovane spacciatore di New York ( uno straordinario, bravissimo E. Norton), facente parte di una efferata banda di criminali.

Qualcuno lo ha tradito, segnalando alla polizia la presenza di una massiccia quantità di droga nel suo appartamento.

Verrà condannato a 7 anni di carcere, ma nel frattempo rinuncerà ad uccidere il suo traditore, seppur dal suo capo banda ritenuto necessario farlo. Non collaborerà neanche con la polizia, che gli chiede di fare i nomi dei suoi compagni di lavoro per poter sgominare l’intera banda.

Film filosofico con oggetto la sottocultura della criminalità.

La pellicola si cala nelle raffinate e complicate logiche legate al comportamento etico che anima il sottobosco umano, in questo caso la grassa malavita benestante delle Metropoli Statunitensi. Esemplare lo scontro che avviene tra uomini di parola destinati a diventare capi e uomini dalla personalità contratta, inibita, che non possono che trovare giovamento dalla trasgressione e dal tradimento.

È ciò che genera sangue e martirio mettendo a rischio la sopravvivenza stessa delle organizzazioni malavitose.

Un film che non lascia speranze di redenzione in chi sceglie la via della criminalità. Il racconto infatti sembra dire che il carcere può solo anestetizzare nell’individuo la voglia violenta di imporsi, riducendolo a un’animale ferito che la società non accetterà più nel suo seno…

Regia magistrale…

Biagio Giordano

la 25a ora

 

La 25a ora, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2023-03-17T11:07:02+01:00da biagiord
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