Le foto di Biagio Giordano, Porto Torres

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foto 1) Porto Torres, Chiesa di San Gavino a mare, in ricordo dei tre martiri turritani uccisi dall’Impero romano per ragioni politiche: San Gavino, San Proto, San Gianuario foto 2) Porto Torres, passeggiata a mare   foto 3) Porto Torres, Museo archeologico, Palazzo di Re Barbaro, periodo romano, scorcio   foto 4) Porto Torres, Museo del mare, barca da pesca

Prima linea, recensione di Biagio Giordano

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La Prima linea, regia di Renato De Maria, scritto da Sergio Segio, anno 2009, Italia, con Riccardo Scamarcio, Giovanna Mezzogiorno, Fabrizio Rongione, Michele Alhaique, Lucia Mascino, Francesca Cuttica, Dario Aita, genere drammatico, durata 96 minuti. Torino, carcere Le nuove, novembre 1989, un uomo di 35 anni racconta la propria storia, è Sergio Segio uno dei fondatori del gruppo armato Prima … Continua a leggere

Ancora sul film Intrigo internazionale, commento di Biagio Giordano

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Intrigo internazionale, di Alfred Hitchcock, con Cary Grant, Eva Marie Saint, J. Mason, Usa, spionaggio, 135 minuti, 1959. Un brillante pubblicista americano, impersonato da Cary Grant, viene scambiato, da spie sovietiche inserite da tempo nel sistema americano, per un agente del controspionaggio statunitense in procinto di svelare la loro vera identità. L’uomo viene rapito e riempito di alcool, messo brutalmente … Continua a leggere

Ancora sul film Il senso di Smilla per la neve, commento di Biagio Giordano

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Il senso di Smilla per la neve, di Billi August, con Julia Ormond, Gabriel Byrne, Germania, anno 1996, genere drammatico, durata 121 minuti. Copenaghen. Smilla Jasperson è un’esquimese nata in Groenlandia e trasferitasi da tempo a Copenaghen, il caso le fa incontrare il piccolo Isaiah vicino di casa, dell’età di sei anni, con il quale nasce una bella amicizia. Il … Continua a leggere

Cold war, recensione di Biagio Giordano

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Cold war (Guerra fredda), di Pawel Pawlikowski, dicembre 2018, Polonia, Francia, Regno Unito, durata 84 minuti, drammatico, con Joanna Kulig (Zula), Tomas Kot, (Wiktor), Boris Szyc, Adam Ferency, bianco e nero. Nella propaganda comunista del governo polacco degli anni ’50, (costretto a venerare Stalin come il leader mondiale del movimento proletario, pena ritorsioni sovietiche), c’è posto anche per l’arte, in … Continua a leggere