Ancora sul film Intrigo internazionale, commento di Biagio Giordano

Intrigo internazionale, di Alfred Hitchcock, con Cary Grant, Eva Marie Saint, J. Mason, Usa, spionaggio, 135 minuti, 1959.
Un brillante pubblicista americano, impersonato da Cary Grant, viene scambiato, da spie sovietiche inserite da tempo nel sistema americano, per un agente del controspionaggio statunitense in procinto di svelare la loro vera identità. L’uomo viene rapito e riempito di alcool, messo brutalmente alla guida di un’auto dai freni manomessi, e poi spinto su una strada in forte pendenza caratterizzata da numerose curve, quest’ultime inquietanti per lo spettatore, per via del loro affacciarsi su vertiginosi precipizi marini.
L’auto, dopo paurosi sbandamenti rimane fortunosamente in bilico sul bordo di un dirupo, l’uomo alla guida si salva miracolosamente e dopo essere sfuggito ai rapitori che desideravano vederlo morto, casca nelle mani della polizia che lo mette in stato di fermo per guida in stato di ubriachezza.
Spiegato alle autorità quanto di inaudito gli fosse accaduto, il giorno dopo il pubblicista viene rilasciato. Egli verrà via via a sapere dal controspionaggio statunitense che la spia per cui era stato scambiato non esisteva affatto, il nome della inesistente spia era stato fatto circolare negli ambienti dello spionaggio per far compiere agli agenti segreti sovietici qualche passo falso.
Sfuggito a diversi altri attentati, le cose per il pubblicista si complicano ancora di più quando l’amante del capo degli agenti segreti sovietici si innamora di lui, la donna è una importantissima spia americana che gode di piena fiducia da parte del capo spia sovietico che è ignaro della sua vera identità.
A un certo punto però il sovietico scopre, da alcuni dettagli, i nuovi sentimenti che coinvolgono la sua donna con il pubblicista, quest’ultimo, per sciogliere il nodo complicato che a quel punto, con quei sentimenti in gioco, si stava formando per la sicurezza degli Stati Uniti, viene invitato dal controspionaggio statunitense a incarnare veramente la spia da loro inventata, e a darsi per morto, crollando a terra di fronte al capo sovietico, dopo che due colpi a salve sarebbero stati fatti sparati dalla sua donna nella direzione in cui lui si trovava.
La cosa avrebbe fatto ritornare fiducia tra lei e il sovietico, consentendo alla donna di proseguire al meglio il lavoro di spia al servizio degli Stati Uniti.
La finzione viene in pratica inscenata, tutto sembra andare per il meglio, il pubblicista a terra sanguinante appare come davvero morto e portato via, ma il braccio destro del capo spia sovietico scoprirà il trucco, e metterà di nuovo in grossi guai sia il pubblicista che la donna spia che lo ama.
Splendido il finale che si svolge tra due eccezionali opere d’arte, la casa sull’acqua dell’artista Frank Lloyd Wright e i giganteschi suggestivi volti dei presidenti americani sul monte Rushmore.
Film che non lascia passare più di cinque minuti senza mostrare una magistrale invenzione creata dalla fantasia del regista inglese Alfred Hitchcock, tra le quali spiccano per importanza le scene di suspense suscitate dai protagonisti appesi sul vuoto tra i volti dei presidenti; le peripezie per sopravvivere, messe in atto dal pubblicista perseguitato in una deserta prateria da un piccolo aereo spargi veleni per raccolti agricoli che vuole ucciderlo e che finirà invece per schiantarsi contro una autobotte di combustibili (entrambi esploderanno rilasciando effetti di verosimiglianza stupefacenti che tuttora stupiscono la critica di tutto il mondo); le varie scene di inseguimento automobilistico che fanno percepire allo spettatore l’alto rischio incidente cui sono soggette, emozioni suscitate da una capacità nel montaggio strabiliante.
Tutte scene vissute dallo spettatore nello splendore artistico della ripresa analogica, dove ogni cosa è percepita come vera: luce, colori, movimenti, atmosfere …
19746[1]

Ancora sul film Intrigo internazionale, commento di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-05-02T08:52:14+02:00da biagiord
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