Paisà, recensione di Biagio Giordano

Paisà, di Roberto Rossellini, con Gar Moore, Maria Michi, Italia, anno 1946, genere drammatico, anno 1946, 126 minuti.
Sei racconti della seconda guerra mondiale, in Italia, film indubbiamente tra i migliori prodotti dal neorealismo italiano. Fedele e geniale trasposizione sullo schermo di un Italia disperata, in procinto di diventare la nazione più infelice dell’occidente: per miseria estesa, odio assassino di tipo ideologico tra la popolazione, perdita di sovranità, subordinazione ideologica ed economica ad altri paesi, feroce razzismo interregionale da sopravvivenza.
Un film che ha commosso tutto il mondo occidentale, dando coscienza del risultato di morte cui portano le evoluzioni delle dittature quando giungono al loro apice. Risultati come: guerre aggressive con numero di morti previsti sottostimati, patologia paranoica dei leader con sintomi maniacali di grandezza personale, razzismo manovrato con finalità di rafforzamento del potere fine a se stesso.
Straordinario dipinto, ricco di suspense e tensioni, tutte al naturale. Girato con attori non professionisti: scelta felice che ha rafforzato quel senso di vero che caratterizza in modo così impressionante il film.
Biagio Giordano

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Paisà, recensione di Biagio Giordanoultima modifica: 2019-05-25T16:16:18+02:00da biagiord
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